04 dicembre 2006

Caterina Da Siena

Caterina era di origini popolane: nata a Siena nel lontano 1347, era figlia di un modesto tintore, insieme con altri ben venticinque fra fratelli e sorelle. Del tutto priva di istruzione, al punto di non saper né leggere né scrivere, Caterina fu in grado di svolgere un'azione incisiva fino alle più alte autorità della politica e delle istituzioni civili ed ecclesiastiche di allora, come riporta la ricca bibliografia ed iconografia su di lei, al fine di riportare la concordia e la pace fra i popoli. Caterina inoltre non era certo favorita dal suo stato femminile, in un'epoca dove le donne non erano per nulla considerate (solo sei secoli dopo sarebbe comparsa la parola "femminismo"). Eppure questa giovane di così modeste condizioni raggiunse, nei brevi trentatre anni di vita terrena che le furono concessi, vertici che ancora oggi ci sorprendono: toccò le vette della perfezione spirituale, fu chiamata maestra da un numero considerevole di discepoli fra cui si annoverano illustri teologi, docenti universitari, nobili di elevata cultura. Fu ricevuta ed ascoltata da Papi, Cardinali, sovrani e capi di stato dell'intera Europa. Riuscì ad ottenere il trasferimento della sede papale in Roma, dopo settant'anni di esilio avignonese. Riuscì a rappacificare Firenze con lo Stato Pontificio, da tempo in guerra fra loro, gettò le basi per la riforma della Chiesa, difese efficacemente il pontificato nel Grande Scisma d'Occidente, esortò l'Europa, lacerata da guerre fratricide, ad unirsi nel nome di Cristo. È un fatto "miracoloso" che una donna, di origini plebee, potesse nel lontano secolo XIV intrattenere una corrispondenza politica con i potentati del tempo, ai quali si rivolgeva con tono di fermo comando, pur senza nulla perdere della sua abituale umiltà: la sua eloquenza era visibilmente dettata da quell'Amore che rende accettabili perfino le più concitate invettive.

20 novembre 2006

A Moment in History...

That a maker is required for anything that is made is a lesson Sir Isaac Newton was able to teach forcefully to an atheist-scientist friend of his. Sir Isaac had an accomplished artisan fashion for him a small scale model of our solar system which was to be put in a room in Newton’s home when completed. The assignment was finished and installed on a large table. The workman had done a very commendable job, simulating not only the various sizes of the planets and their relative proximities, but also so constructing the model that everything rotated and orbited when a crank was turned. It was an interesting, even fascinating work, as you can image, particularly to anyone schooled in the sciences.
Newton’s atheist-scientist friend came by for a visit. Seeing the model, he was naturally intrigued, and proceeded to examine it with undisguised admiration for the high quality of the workmanship. ‘My! What an exquisite thing this is!’ he exclaimed. ‘Who made it?’ Paying little attention to him, Sir Isaac answered, ‘Nobody.’
Stopping his inspection, the visitor turned and said: ‘Evidently you did not understand my question. I asked who made this. Newton, enjoying himself immensely no doubt, replied in a still more serious tone. ‘Nobody. What you see just happened to assume the form it now has.’ ‘You must think I am a fool!’ the visitor retorted heatedly, ‘Of course somebody made it, and he is a genius, and I would like to know who he is.’
Newton then spoke to his friend in a polite yet firm way: ‘This thing is but a puny imitation of a much grander system whose laws you know, and I am not able to convince you that this mere toy is without a designer and maker; yet you profess to believe that the great original from which the design is taken has come into being without either designer or maker! Now tell me by what sort of reasoning do you reach such an incongruous conclusion?’
Sir Isaac Newton Solar System Story (from the book: ‘The Truth: God or evolution?’ by Marshall and Sandra Hall, Baker Book House, Grand Rapids, MI)

Creation Museum

18 novembre 2006

Basta con il relativismo.

I fatti di Zurigo mi rivoltano profondamente, considero ciò che è successo un’ulteriore affronto alla vita, che non ha ormai altro valore se non quello di mercato, misurato al centesimo. Le radici di questo male sono nella liberalizzazione senza precedenti (ma forse alcuni ci sarebbero) che la nostra società conosce. Partirò nel mio ragionamento da un punto che non sembra avere legame apparente: lo statuto di Israele. Ci sono fondamentalmente due modi di reagire alle notizie che giungono da quel lembo di terra, premesso che la violenza va sempre condannata: la nostra simpatia va necessariamente all’una o all’altra parte. Ma se appunto la violenza, che è feroce sui due campi, non ci permette di distinguere il buono dal cattivo, dobbiamo ricorrere ad un altro elemento. Ciò che fa pendere l’ago della mia bilancia è che Israele ci ha dato il Messia, colui che attualmente è la nostra unica speranza. Così io prendo posizione contro la violenza ma a favore di Israele, così come mi schiero contro tutto ciò che Gesù mi dice di non fare, ma nel rispetto del diritto alla vita. Il fatto è che democraticamente stiamo incoraggiando appunto quelle cose che non si dovrebbero fare: l’aborto, l’eutanasia, l’omosessualità, la droga, la pornografia...e dove se no hanno preso esempio quei giovani zurighesi? Tutti questi “disordini morali” proponiamo ai nostri giovani, invece di incamminarli sulla via della fede. Una simile democrazia ha portato all’elezione democratica di Hitler, e di fatto le tendenze di uno dei nostri consiglieri federali lo stanno riproponendo come uno scenario non così fantascientifico. La democrazia senza i giusti valori vale meno che un buon re che governa con rettitudine e saggezza, per questo cerchiamo di rimettere Cristo, il Re dei Re al centro della nostra prima che naufraghi.

17 novembre 2006

Meno lusso, più solidarietà


Passeggiando per Lugano mi sono imbattuto in un manifesto che titola "ogni giorno 18000 bambini muoiono di... niente. "

È una delle realtà più tristi che ci siano, in particolar modo se consideriamo che il cibo per sfamarli non manca. Infatti ci sono migliaia di ettari di coltivazioni che producono foraggio per gli animali, mais, orzo, avena. Questi stessi cereali sono commestibili per l'uomo, ma come sempre gli uomini scelgono di produrre e di investire in settori che rendono più soldi.
Qua da noi si stanno per consumare le feste di Natale, tra sfarzosi addobbi e pantagruelici consumi, per lo più di beni di lusso, così come superflue sono la maggior parte delle innovazioni tecnologiche di cui sono dotati i telefonini, attorno ai quali ruota però un giro d'affari colossale. Inutile poi chiedere a qualcuno perchè abbia comprato la Mercedes invece della Fiat, o perchè indossi abiti firmati. Ma provate a chiedere a qualcuno che vive con meno di un dollaro al giorno quali sono le sue priorità, e vi dirà che tutto quello che vuole è un piatto caldo e un tetto per ripararsi. Inutile dire che al mondo c'è troppa gente povera e che non si può aiutare tutti: siamo noi con i nostri consumi a renderli tali, a costringerli in semischiavitù per produrre e minor costo, e a depredare le ricchezze naturali dei loro paesi. E quindi qulcosa si può fare, oltre a sostenere la colletta di questa o quella Caritas, ed è cambiare le nostre abitudini, rinunciare al superfluo, modificare l'andamento del mercato.

15 novembre 2006

Sconcertato dalla cronaca.

Un nuovo paese, il primo dell’Africa, si aggiunge alla lista di quelli che prevedono l’unione civile degli omosessuali; il governo Italiano sembra incoraggiare l’uso di stupefacenti; l’eco delle guerre sembra non volersi mai spegnere malgrado i grandi titoli che annunciavano la tregua….

Ci fu un giorno in cui il male veniva chiamato male e il bene veniva chiamato bene. Ma da che mondo è mondo, il male ha sempre cercato di nascondersi proprio perché sa di essere male. E tutti coloro che si sono impegnati per combatterlo si sono confrontati ad un avversario temibile, riportando alle volte una vittoria, altre volte una sconfitta, tant’è che la Terra è ancora piena di ingiustizie. Così anche noi vorremmo fare qualcosa, e allora cominciamo a pensare che bisognerebbe cambiare questa o quella legge, proibire tale o tal altro comportamento; ma in fatti questo ci porta in una spirale di cambiamenti che non avrebbero mai fine, perché anche le leggi hanno un potere relativo, c’è sempre chi le aggira, e non vanno al di la dei confini dello Stato da cui sono emanate. Così subentra un certo sconforto, una specie di rassegnazione dettata dal senso comune di impotenza di fronte alla cupidigia e alla malvagità dell’uomo, e se non siamo di animo retto saremmo tentati di adeguarci alle “usanze” degli uomini e di dare sfogo ai nostri istinti più bassi. L’ideale di un mondo perfetto, o almeno di un mondo in cui non si muore né di fame né di violenza sembra lontano eppure…ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Ed infatti un suo antico profeta, un certo Sofonia disse “Allora io (si intende Dio) trasformerò le labbra dei popoli in labbra pure, affinché tutti invochino il nome del SIGNORE, per servirlo di comune accordo.” È molto significativo quel "di comune accordo", una cosa che sembra al di la della nostra comprensione, ma che appunto potrebbe essere realizzabile per Dio.

E per questo a me viene ancora voglia di sperare che le cose un giorno saranno migliori, di sperare semplicemente in Dio. E aggiungo, voler iscrivere certi principi nelle leggi non dovrebbe essere visto come un’ingerenza della Chiesa nello Stato solo perché questi principi sono appunto quelli di persone cristiane, che li vivono e ritengono pagante a lungo termine l’attenervisi. Al contrario potrebbe essere un fattore che spinga Dio a vedere di buon occhio quel Paese.

02 novembre 2006


AVVERTENZA: Le immagini non sono adatte per persone sensibili e per minori di età. Il materiale è stato reperito in Internet e serve a documentare una terribile realtà che non si vuole vedere, e di cui non si deve parlare (non è da persone educate), e cioè che l'aborto è la morte di un essere umano.

http://kattolikamente.splinder.com/post/8322919/Video+sulla+dura+realtÃ

Dio è meraviglioso!

Perché Dio esiste, è reale. Senza di Lui nessuna delle cose create sarebbe stata creata perché Dio era nel principio, ora e sempre.
Ma puoi passare dei giorni, anche dei mesi o tutta una vita senza accorgertene, nel grigiore della quotidianità, mentre invece basterebbe un segno da parte Sua per ricordarti che fai parte del Suo Regno. E quando arriva è una benedizione, d’un tratto senti che non ti ha abbandonato, che ti stava ascoltando mentre piangevi e imploravi un aiuto. “Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal Signore che ha fatto il cielo e la Terra.”
E così ancora una volta ti armi di buoni propositi, e ti rimetti in cammino per non mancare lo scopo della tua vita…essere presente all’appuntamento il cui giorno e la cui ora Lui solo conosce. I tuoi passi ti ci guideranno se avrai fiducia nel Suo amore, così come ti condurranno all’opposto se sarai ribelle. Allora affidati alla guida di Gesù, sì coraggio, non aver paura di riconoscere che tu sei uomo e Lui è Dio. E che Dio meraviglioso!

14 settembre 2006

A DIO LA GLORIA IN CONCERT



Le foto del nostro concerto a Palco ai Giovani di Lugano 11 giugno 2006

29 agosto 2006

No alla revisione delle leggi sull´asilo e sugli stranieri.

Oltre un mese fa era apparsa la notizia che un centinaio di politici di differenti partiti si sono schierati contro la revisione di queste due leggi, ritenute contrarie ai diritti dell’uomo. Contemporaneamente è stata segnalata una pubblicazione edita dalla Commissione Giustizia e Pace, (http://www.juspax.ch), che mi permetto, per chi non l’avesse letta, di riassumere e parafrasare in queste poche righe.

“…l’emigrazione fa parte della memoria collettiva dell’umanità. Certi emigranti sono pronti a mettere in pericolo la loro vita, pur di sfuggire alla miseria e alla mancanza di prospettive. È ovvio che alcuni emigranti economici cerchino di entrare in Europa tramite la procedura d’asilo, visto che non possono farlo in altro modo. Peroriamo la libera circolazione delle merci e dei capitali, ma delle persone vorremmo scegliere solo quelle utili e redditizie. Se è legittimo che gli stati disciplinino l’immigrazione, non di meno essi devono emanare leggi nel rispetto della dignità umana.

Fino al XX secolo gli svizzeri emigravano: il più delle volte, i nostri antenati furono degli emigranti privi di qualifiche professionali, al punto da essere considerati oggi al pari dei “rifugiati economici”. A partire dagli anni 50 invece la Svizzera ha conosciuto un periodo di prosperità, a cui ha contribuito parecchio la manodopera straniera.”

Ai giorni nostri la Svizzera non è confrontata ad una situazione d’emergenza nell’ambito dell’asilo: dal 2002 le domande sono in costante calo (26.678 nel 2002; 10.061 nel 2005, quindi meno della metà). Sempre nel 2005, nonostante l’adozione di criteri più rigidi rispetto agli altri paesi europei, l’Ufficio federale della migrazione ha riconosciuto al 57% dei richiedenti il diritto alla protezione o all’asilo, quindi, se non disporre di un lavoro nel proprio paese non è un motivo valido per ottenere l’asilo, deporre una domanda non è di per se un crimine. Quanti devono lasciare la Svizzera devono poterlo fare in piena dignità.

La LAsi rende più difficile l’accesso alla procedura d’asilo, prevedendo la non entrata in materia se il richiedente non può presentare entro 48 ore dei documenti di viaggio o di identità (quindi un atto di nascita o una patente, finora accettati non lo saranno più). Nel 1995 il Consiglio Federale si era opposto a questa misura, non compatibile con la convenzione di Ginevra (messaggio del CF del 4.12.95). Difatti alcuni paesi usano proprio la privazione dei documenti come strumento di persecuzione ! Il richiedente l’asilo sprovvisto di documenti deve allora “rendere credibile” la sua condizione di rifugiato, raccontando per filo e per segno tutta la sua storia fin dal primo interrogatorio, che per una persona traumatizzata (un “vero” richiedente) non è la cosa più scontata. Questo dispositivo mette in difficoltà proprio le persone che maggiormente necessitano di protezione e viola la Convenzione di Ginevra.(* Prof. W. Kalin, spec. diritto pubblico inernaz.).

La LAsi mette per strada senza alcuna eccezione quanti hanno depositato una domanda di riesame ( e legalmente hanno diritto di restare sul suolo elvetico) o si sono visti rifiutare la domanda d’asilo. Ciò non può che favorire l’aumento della clandestinità e della micro-criminalità: la Stato contribuisce a creare zone di illegalità. Le misure coercitive sono inoltre aumentate in misura sproporzionata, anche per i minorenni.

La Legge sugli stranieri permette agli immigranti europei di risiedere liberamente in Svizzera, e pone per tutti gli altri la condizione di contribuire agli interessi dell’economia. “Nella prospettiva di una solidarietà globale, ci sembra problematico sul piano etico che la Svizzera approfitti degli investimenti nel campo della formazione accordati da paesi meno sviluppati del nostro, attiri le loro élite e, respinga i loro altri emigranti”.La LStr autorizza il ricongiungimento famigliare, ma esclude di farne un diritto: la famiglia invece è il nucleo naturale e essenziale della società.

Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma lo spazio impone di fermarsi. Fate agli altri ciò che vorreste facessero a voi.

19 agosto 2006

TUTTO È NIENTE

Provate un giorno a uscir di casa senza un soldo in tasca.

Pensate che il mondo sia differente?

Mille strade si apriranno dinnanzi a voi che non avete mai considerato, proprio perché più si pensa a proteggere i propri beni e meno valore si darà alla vita stessa.

Riporto un’unica frase di Gesù: E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?

Apparso sia sul GdP che sulla Regione (salvo errore)

Devo aggiungere che questo breve pensiero non sembra particolarmente geniale, ma in realtà ha una sua profondità. Quello che voglio dire va oltre la semplice banalità del fatto che una vita materialista lascia poco spazio alla valorizzazione del nostro spirito; è pur vero che se la vita é l'unica ricchezza che ti resta non è ancora automatico che tu la apprezzi al suo giusto valore: occorre ancora conoscere Dio per sapere che quella vita è la porta per una grande esperienza.

17 agosto 2006

Lettera agli increduli

Molti non vogliono sentir parlare di Dio, altri lo cercano distrattamente, altri ancora ascoltano volentieri ma poi trovano difficile adattare la loro vita alle poche cose che Dio ci richiede, e altri infine accolgono con gioia il messaggio del Vangelo e lasciano che dia grande frutto nella loro vita.

Io credo che tu sarai una di queste persone, che saprai riconoscere l'amore di Dio per te e il suo piano nella tua vita.

Non pensare neanche un secondo che a me faccia piacere vedere al telgiornale le immagini della guerra, delle carestie, dei feriti e dei malati: è la realtà non lo nego, ma se è così non è per colpa di Dio questo mai.

Vi è inoltre una realtà che per me è ancora più tangibile: il fatto che io stesso vivo. Questo è un miracolo perchè per le leggi della natura io non dovrei più esistere. A 15 anni ho preso veramente una brutta piega, e ne ho passate di tutti i colori. Se ne sono uscito è solo per la grazia di Dio, per cui so che Dio esiste e che mi ha aiutato in passato e continua nel presente.

Allora, stabilito questo punto (per me non c'è ombra di dubbio), rimane da capire perchè tanto dolore e tante sofferenze nel mondo; non me lo sapevo spiegare neanche io fin che mi sono sposato, e da quel momento ho cominciato a ascoltare, e a credere, quello che mia moglie pensava , e cioè che la Verità e contenuta nella Bibbia, e che Gesù non solo è realmente esistito, ma come egli affermava, è venuto sulla terra per salvare l'umanità.

Naturalmente c'è voluto parecchio tempo, la mia mente si rifiutava di credere all'esistenza, non tanto del paradiso, quanto piuttosto dell'inferno.

Ho cominciato a leggere personalmente i Vangeli e tutta la Bibbia, e ne sono rimasto affascinato, è una storia bellissima, e è un libro che parla al cuore.

Ho fatto pure fatica a credere che Dio avesse creato il mondo nel modo descitto nella genesi (in soli 6 giorni) ma poi ho scoperto che molti scienziati hanno smesso di sostenere la teoria dell'evoluzione, che non ritengono più essere in grado di spiegare lo stato attuale del mondo in cui viviamo.

Un passo più facile invece è stato credere al racconto di Adamo ed Eva, che disobbedirono nel famoso giardino di Eden e che a causa della loro disobbedienza furono "puniti" con la morte ( in effetti Dio non voleva punirli ma voleva evitare che vivessero eternamente nel peccato che avevano commesso )

Ma avevo anche ragioni personali per credere alla responsabilità del peccato nei problemi che mi potevano capitare. Io avevo peccato, avevo fatto tante brutte cose, e ognuna mi aveva allontanato un po di più dal mio giardino dell'eden, ovvero la mia infanzia in cui ero felice oltre ogni possibile dubbio. Quindi inizialmente vedevo in quel racconto una metafora della mia stessa vita, nato senza peccato (si dice che i bambini siano innocenti), poco a poco sono stato corrotto dalle cattive abitudini e gli sbagli mi hanno portato verso uno stato di dispeazione cronica. Poi la Bibbia narra della fedeltà di Dio che cerca comunque di rimediare agli sbagli degli uomini, venendogli incontro, un po come ha fatto con me, aiutandomi ad uscire dai problemi e ancora più dalla solitudine. La venuta del Messia infatti era attesa da tutti gli ebrei, il problema è che non l'hanno saputo riconoscere, perchè è venuto per guaire individualmente le piaghe e le malattie di tutti i poveri e i diseredati che abitavano in giudea, e non per riscattare dalla sottomissione ai Romani l'insieme del popolo ebreo. E così è ancora oggi; molti rifiutano di vedere quello che Gesù fa nelle loro vite e si aspettano di vederlo opeare sulla collettività, rimediando a guerre e carestie, che poi sono causate dagli uomini stessi e non tanto da Dio. Ogni giorno infatti sentiamo la domanda "se Dio esiste perchè le guerre e i bambini che muoiono di fame" invece di sentire "se Dio non esiste da dove vengo allora?"

Apparso nella rubrica "Contrappunti" del GdP il 13 ottobre

15 agosto 2006

I veri valori resistono alla prova del fuoco

Il direttore del Gdp ha veramente fatto centro (contrappunti 14.8 (*)); in 19 righe ha detto tutto su un tema che potrebbe sembrare infinito se preso sotto altre angolazioni: la “crescente e apparentemente inarrestabile e irreversibile islamizzazione dell’Europa”. Leggendo infatti la lettera del signor Ghiringhelli m’è venuto come un attimo di sdegno e ho pensato “certo, ma cosa fanno gli europei per fronteggiarlo?”.
Risposta: si “sbattezzano” (pare che sia l’ultima moda tra gli italiani che i genitori cattolici hanno avuto l’impudenza di battezzare neonati, senza prima chiedere consenso). E allora non può essere altro, l’islam avanza, perché i valori di molti giovani sono mutevoli e soggetti alle tendenze, o a come tira il vento. I valori come la famiglia, la patria, la fede, sono quotidianamente smantellati da discorsi e da leggi improntate a relativizzarne l’immagine, dimenticando che se la Svizzera è quello che è, lo deve anche a quel Winkelried che nella battaglia di Sempach diede la vita per i fratelli. (Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici, disse Gesù. Gv 15,13). Si promuove l’immagine del matrimonio? Si insegna forse l’inno svizzero agli scolari?
Però in tutta questa “cultura del niente” una nota positiva l’ho trovata; in aumento, oltre al numero dei disoccupati, dei senzatetto, dei malati di aids e dei working poor, c’è anche il numero di quanti hanno conosciuto Gesù, in particolare tra i giovani. Questo dato potete verificarlo su Yahoo Answers, un forum frequentato ormai da migliaia di giovani italiani, facendo alcune domande su Dio e dintorni; è sorprendente il numero di quanti vi risponderanno affermativamente, Gesù è il mio Salvatore! È veramente incoraggiante vedere la presenza di Cristo tra i giovani, e dove Cristo è presente, tutto è possibile! Ecco un valore che da 2000 anni non cambia, tutt’al più si adegua alle nuove tecnologie e ora corre alla velocità della luce sui fili di rame.


(*)Ecco quello che si poteva leggere sul Gdp di lunedi 14.8:

Gentili lettori, resto convinto che i musulmani che vivono nel nostro Paese siano davvero gente tranquilla e integrata, non potenziali terroristi (se ci sono eccezzioni nessuno le ha mai documentate). Quanto al "conflitto di civiltà", che in realtà è prima di tutto una grave crisi della nostra civiltà europea, cito le parole del cardinale Biffi di qualche anno fa, che sottoscrivo in toto:

Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi
pare senza avvenire é la "cultura del niente", della libertà senza limiti e
senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale (...)
Questa" cultura del niente" non sarà in grado di reggere l'assalto ideologico
dell'islam che non mancherà: solo la riscoperta dell'"avvenimento cristiano"
come una salvezza per l'uomo- e quindi solo una resurrezione dell'antica anima
dell'Europa- potrà offrire un'esito diverso.



Pubblicato dal GdP in ottobre

12 agosto 2006

Il semplice piano di Dio

GodsSimplePlan.org Lifegate Logo
God has used over half a Billion paper copies of God's Simple Plan of Salvation since 1933 to see countless souls saved by reading the Gospel in over 112 languages. Over 30 of these languages are available on-line with simple ordering instructions for the paper versions of all the languages.

dalla pagina in italiano si può scaricare un bellissimo volantino che riassume il piano di Dio per salvare gli uomini

08 agosto 2006

Perché il Libano va salvato


Editoriale del 7.8.06
Di Claudio Mésoniat, direttore del Gdp

Per ragioni di lavoro ho avuto occasione negli anni passati di conoscere abbastanza approfonditamente il Libano, davvero una Swissminiatur, nonpiù grande di Ticino e Grigioni (…) ma con un patrimonio di convivenza tra etnie, religioni e culture di inestimabile valore. Vorrei farmi capire: non una spiaggia turistica plurilingue, e neanche un salotto multiculturale per farci il festival. Ma un laboratorio di convivenza secolare , tra cristiani e arabi musulmani, ancora pieni di risorse e capacità piena di dialogo nonostante i durissimi contraccolpi bellici degli ultimi tre decenni (…). Ci siamo già dimenticati che un anno fa centinaia di migliaia di cristiani e musulmani avevano manifestato nelle strade di Beirut contro l’assassinio del musulmano Hariri, l’uomo politico liquidato dalla Siria perché intenzionato a riportare il Libano sulla strada di una reale indipendenza da Damasco e da Teheran? “La presenza cristiana in Libano è una condizione necessaria per salvare la presenza dei cristiani in Medio Oriente”, aveva riconosciuto Giovanni Paolo II. Ora, fa sapere l’agenzia Asia News, il 70% dei cristiani rimasti in Libano si dice esausto, demoralizzato da questa nuova guerra e intenzionato a lasciare il paese. E questa sarebbe, in mezzo a lutti e a distruzioni di questi giorni, la sciagura peggiore per il futuro di questa regione e dei rapporti stessi tra cristiani e musulmani. Qual è stato e quale potrebbe essere il ruolo di Israele in proposito? Gerusalemme è stata costretta a prendere le armi dalle provocazioni degli Hezbollah. Ma come spesso in passato, non mostra particolare sensibilità alla distruzione materiale, politica e culturale del Libano pur di mettere a segno alla svelta l’obbiettivo di disarmare Hezbollha. È giusto che gli israeliani si difendano dalla guerra per procura che l’Iran di Ahmadinejad (un pazzo- non per nulla ammiratore di Hitler- che proclama la necessità di “cancellare Israele dalla faccia della terra”) gli hascatenato contro; e lo fanno a mio parere, cercando di colpire postazioni militari e obiettivi strategici mentre gli Hezbollha sparano a casaccio i loro razzi su centri abitati (ma per molti media i bambini ammazzati a Nazaret o gli infermieri colpiti nella corsia di un ospedale hanno valore ridotto rispetto a quei poveri braccianti siriani che “coglievano la frutta nella valle della Bekaa”: e perché?). Ma a Israele che difende con i denti il proprio diritto alla sopravvivenza, si può chiedere oltre che il rispetto della vita umana e del diritto internazionale, di non passare come un carro armato sul diritto della sopravvivenza di un’altra presenza: quella cristiana? E che gli stati europei ( di cristiana, lontana origine) di mettere in campo le loro diplomazie e i loro potenti mezzi, anche con questo specifico intento?.

03 agosto 2006

La battaglia di Sempach (1386)


Winkelried si getta sull'esercito nemico, disposto in una formazione a quadrato inespugnabile a causa delle lunghe lance, e si sacrifica per la libertà dei compagni: prende su di se le lance, aprendo un varco. Questo permetterà di sconfiggere l'esercito nemico, ma porterà alla sua morte.






Il 1o agosto ero a Gunzgen, vicino ad Olten, alla giornata nazionale di preghiera organizzata da Gebet fur die Schweiz. Ora sono troppo stanco per raccontare come è andata, ma appena me la sento completo questo post.


Oggi è il 5 marzo 2007 e ho finalmete ricopiato dal prospetto l'articolo "Valutazione della situazione in Svizzera". Ve lo presento integralmente.



Valutazione della situazione in Svizzera

Dio non è soltanto il Dio di singole persone, ma è anche il Dio di interi popoli e nazioni. La singola persona può scegliere, consapevolmente o inconsapevolmente, la benedizione o la maledizione, ma anche un intero popolo può farlo. Come singoli individui siamo, sempre, dovunque, legati al destino del nostro popolo, vale a dire che se come individui scegliamo la benedizione, condivideremo comunque la benedizione e la maledizione cui è sottoposto il nostro popolo.

Cosa porta la benedizione su un popolo? La Bibbia ci mostra due fattori, due colonne sulle quali poggia la benedizione del popolo:
Gli uomini timorati di Dio in mezzo a un popolo, la benedizione dei giusti (ad es. Prov 11.11; Gen 18.16 e segg.; Matt. 13:24 e segg.)
L’atteggiamento del popolo o del suo Re/ Governo nei confronti dei precetti di Dio (ad es. Lev.26; Deut 27-32; II Cron 14, 4-6)

Qual’è la situazione della Svizzera rispetto a queste due colonne di possibile benedizione e/o maledizione?
Il Corpo do Cristo in Svizzera: nel nostro paese ci sono tante persone rese giuste da Gesù Cristo, eppure il loro numero è esiguo e negli ultimi decenni il loro influsso su tutte le sfere della società sta diminuendo. Assistiamo tuttavia anche a promettenti episodi di risveglio e riconosciamo che Dio è all’opera attraverso l’azione del Suo Santo Spirito che si manifesta anche attraverso guarigioni, segni e prodigi. Ma resta ancora tanto da fare.
L’atteggiamento del popolo, proprio in Svizzera con la sua democrazia diretta, è direttamente rappresentato dall’atteggiamento del Governo: riconosciamo una frattura in questa colonna, un decadimento che avrà delle conseguenze come desidero illustrare brevemente.

Il fondamento della nostra nazione è stato, da sempre, il patto con Dio Onnipotente, rinnovato nella costituzione del 1848. Le caratteristiche di questo patto, evidenti ancor oggi sono:
La nascita – il giuramento sul Rütli, la Lettera di Alleanza, la Festa Nazionale Svizzera
Il fondamento dello stato odierno – la Costituzione federale con il preambolo “In nome di Dio Onnipotente”
Il Contrassegno – lo stemma
L’espressione – gli inni (appello alla preghiera in libertà), la giornata nazionale di preghiera, penitenza e ringraziamento, la moneta da 5 Fr. (dominus providebit)

Gli effetti sono una dimostrazione della bontà di Dio, visibile in una storia straordinaria:
Protezione da catastrofi nazionali ( la Svizzera è stata risparmiata dalla guerra nel ventesimo secolo, nonostante fosse circondata da guerre in tutta Europa; protezione da terremoti,…)
Benessere economico nonostante l’assenza di risorse di base (mancanza di ricchezze nel sottosuolo, mancanza di un accesso al mare, alta percentuale di terreno montagnoso e sterile)
Unità nonostante quattro lingue / gruppi etnici / culture / confessioni.

Nel messaggio del Consiglio Federale relativo alla nuova costituzione federale del novembre 1997 è stato scritto, riguardo al preambolo “In nome di Dio Onnipotente”, un testo esplicativo del seguente tenore: “Considerando le diverse religioni e concezioni del mondo, questo potere non deve essere inteso solamente in un’ottica cristiana; lo Stato non deve dichiarare vincolante una determinata fede, ma ognuno può dare un senso personale a “Dio Onnipotente”.

Con l’approvazione popolare della nuova Costituzione nel 1999, questa interpretazione fu ratificata. In quell’occasione credo che noi cristiani abbiamo ottenuto una “vittoria di Pirro”: abbiamo pensato che il preambolo avrebbe sistemato ogni cosa, eppure in realtà le principali autorità hanno dato un senso completamente nuovo a questo concetto , escludendo esplicitamente il Dio dei cristiani. Ma Dio non si lascia spartire con altri dei! Il “contenitore” è rimasto invariato per amore della “pace” ma il contenuto è stato radicalmente ridefinito. Il pensiero del timore di Dio come fondamento della Costituzione e quindi della nostra nazione è stato tralasciato. I comandamenti del Dio che si rivela attraverso la Bibbia sono stati rigettati. In questo modo l’antico patto con il Dio della Bibbia è stato unilateralmente ed esplicitamente sciolto.

Per quanto riguarda le conseguenze sono fin troppo evidenti: nel dicembre 1999 la tempesta Lothar, il 2001 l’anno delle catastrofi con l’incendio del tunnel del Gottardo, la follia omicida nel parlamento cantonale di Zugo e il fallimento di Swissair; nel 2002 l’approvazione della “soluzione dei termini”; nel 2005 la nuova legge federale sull’unione domestica registrata, e da quel momento anche le ricorrenti inondazioni dalla portata fino ad allora quasi sconosciuta. Giudico questa serie di catastrofi nazionali prima sconosciute nella recente storia della Svizzera e l’allontanamento dai precetti di Dio subito dopo, e a seguito dell’approvazione della nuova costituzione federale come una risposta ammonitrice da parte di Dio. Sono giunto alla conclusione che nel 1999 sia crollata una colonna decisiva per la benedizione di Dio sulla nostra nazione e che da allora ne stiamo subendo le conseguenze, e che ciò diventerà sempre più evidente. Vi ricordo che siamo noi come popolo che scegliamo la benedizione o la maledizione !

Se ora si incrina anche questa seconda colonna, abbiamo tutte le ragioni di riscoprire e di riassumerci le nostre responsabilità come cristiani nel nostro Paese. Dobbiamo rinforzare la prima colonna e lasciarci usare da Dio per rimettere in piedi la seconda colonna. Con le nostre preghiere quotidiane, ma anche oggi stesso mentre siamo riuniti a migliaia in preghiera per il nostro Paese, ci assumiamo una parte importante della nostra responsabilità.
Dunque , preghiamo.

Markus Schildknecht

02 agosto 2006

Israele non è una nazione come le altre

In quanto cristiano sento il bisogno di ribadire che Gesù durante i suoi giorni in terra fu un ebreo. L’esistenza di Israele è per i cristiani una testimonianza che il Dio in cui credono non è scaturito dalla fantasia. Israele fu scelto da Dio per ristabilire l’uomo nella posizione di dominio che aveva perso a seguito della disubbidienza in Eden. Israele, nel cuore di Dio, è sempre il popolo eletto, ed Egli ne ha dato prova radunandolo dalle estremità della terra dopo quasi 2000 anni di esilio. Infatti la fondazione dello stato di Israele dopo la seconda guerra mondiale altro non è che l’adempiersi della profezia contenuta nel libro di Geremia al capitolo 23, versetti 7 e 8:
“Pertanto, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto, ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra».


E poi ci sono delle frasi nel libro di Zaccaria, assieme a profezie molto complicate, che descrivono la situazione di Gerusalemme prima del ritorno del Signore Gesù:

In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati; contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra.(12:3) In quel giorno io m'impegnerò a distruggere tutte le genti che verranno contro Gerusalemme. (12:9)
Questo ben si addice alla situazione attuale, in cui Israele miracolosamente resiste, con un territorio dalla configurazione difficile da difendere, a attacchi su più fronti. Ma Zaccaria parla anche della prossima conversione degli ebrei:
Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito.(12:10) Invocherà il mio nome e io l'ascolterò; dirò: «Questo è il mio popolo». Esso dirà: «Il Signore è il mio Dio». ( 13:9)


E finalmente verrà il Giorno del Signore:

Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l'esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combattè nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente…Zaccaria 14:1-4


Per cui credo ben poco nei tentativi di mediazione per cercare la pace, che non verrà prima di quel giorno
Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà
tranquilla e sicura.(14:11)


Allora preghiamo affinché Israele veda il suo Re.

Pubblicato su "La Regione, 8.8.06"

31 luglio 2006

Leggiamo alcuni pensieri di San Giuseppe Moscati


Il medico si trova poi in una posizione di privilegio, perché si trova tano spesso a cospetto di anime che, malgrado i loro passati errori, stanno lì lì per capitolare e far ritorno ai principii ereditati dagli avi, stanno lì ansiose di trovare un conforto, assillate dal dolore. Beato quel medico che sa comprendere il mistero di questi cuori e infiammarli di nuovo.
Ma è indubitato che la vera perfezione non può trovarsi se non estraneandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con un continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli con la preghiera, con l'esempio, per un grande scopo, per l'unico scopo che è la loro salvezza".
[Da una lettera al Dott.Antonio Nastri, di Amalfi (Salerno), 8 marzo 1925.]

18 luglio 2006

Rapidità dei processi di erosione

Da qualche tempo non scrivevo più su argomenti scientifici, ma proprio oggi, passeggiando lungo il letto del Cassarate mi sono accorto di un fenomeno molto interessante. Non c'è dubbio che le opere di bonifica in Ticino risalgano al XIX secolo e quindi possiamo datare con sicurezza la posa nel letto del fiume dei sassi che lo pavimentano.
Questi sassi sono stati scavati dall'acqua in una maniera molto evidente, ma ecco le foto:










Penso che si commentino da sole: in poco più di un secolo l'acqua, durante i momenti di piena, ha scavato dapprima il materiale più molle del cemento, e in seguito, con grande accanimento le dure rocce granitiche , in forme concave dal diametro che arriva facilmente ai 10 cm.
10 cm in 100 anni corrisponde a 1 metro in 1000 anni.
Così, su due piedi ci si può rendere conto del poco tempo occorso all'acqua della Verzasca e della Maggia per scavarsi dei passaggi nella roccia viva; passaggi che, un torrentello come il Cassarate non ha avuto problemi ad abbozzare in un secolo o due.

Questo ci porta anche a chiederci: se così è, perche i fiumi citati esistono ancora dopo i presunti milioni di anni attribuiti loro?

A voi la risposta.

11 luglio 2006

Rotazione e maggese


Chi non l’ha imparato a scuola? Per aumentare la fertilità del suolo un buon sistema è quello di alternare le coltivazioni. Prendo spunto dall’editoriale di Area del 7 luglio 2006, improntato alla memoria dell’incidente chimico di Seveso. In esso si afferma: “Solo che attualmente le multinazionali mettono radici in paesi dove vi sono governi compiacenti, dove il silenzio è una questione di prezzo, dove i lavoratori sono schiavi (…) ormai Seveso non si trova più in Brianza, si è spostata laddove la memoria se la mangiano la corruzione e la miseria.”
Queste accuse coinvolgono anche noi, in quanto destinatari ultimi dei beni prodotti in questo modo. E cosa facciamo per porre rimedio? Apriamo i negozi anche la domenica.
Ci vorrebbe una bella rotazione, sulla falsa riga dell’emissione francese “Vis ma vie”, in cui due persone si scambiano i ruoli per un giorno, ma in grande scala. Gli europei si scambiano con gli africani, gli americani coi cinesi, i giapponesi con gli indiani, diciamo per sei mesi o un anno, e poi vediamo se saremo ancora del parere che il capitalismo selvaggio ha creato un mondo migliore.

apparso su GdP, CdT e La Regione 12-13 luglio

08 luglio 2006

80 GB di hard disk

Leggevo ultimamente, forse sull’Avvenire, che con tutta questa memoria a disposizione ci stiamo letteralmente seppellendo sotto una montagna di dati che forse mai troveremo il tempo di riordinare e leggere. Paradossalmente tutta questa memoria ci fa dimenticare ancor più rapidamente il nostro passato. Basta guardare cosa riempie le prime pagine dei giornali. Il mondo è talmente cambiato che l’attenzione si focalizza sugli sviluppi della gestione delle case da gioco e sull’apertura domenicale di negozi superflui, perché non fanno che evidenziare il divario tra ricchi e poveri. Mentre qualcuno fa notare che sussidiarietà rima con solidarietà, e che una nazione sana deve basarsi su altre forze oltre che lo Stato e il Mercato (con tutti i loro pregi), e che una di queste è la famiglia nella sua forma consacrata dal matrimonio, la sensazione palpabile gironzolando per le città, è che tutto sia diventato estremamente lontano da quella società patriarcale e rurale di cui siamo figli. Quanti hanno capito il significato delle parole di C.Blocher “garantire la sovranità alimentare”? Neppure l’impennata del petrolio basta a renderci attenti che un cambiamento di vita si impone (perché altrimenti si imporrà nostro malgrado). Ma naturalmente ci sono troppi interessi in gioco e la macchina del consumismo non si arresta senza l’intervento di chi la guida, solo che nessuno ne ha il coraggio: o se no spiegatemi cosa significa questa frase (Gdp 8.7.06) “Accogliendo il ricorso di un privato contro le deroghe per le aperture dei negozi si è dovuto tener conto di una sentenza del Tribunale Federale (…), sarà comunque possibile tenere aperti i negozi nelle domeniche precedenti il Natale.” Ovvero vi saranno deroghe al divieto di derogare al divieto di apertura domenicale.
Denaro, denaro e solo denaro. Rassegnarsi non si può, indignarsi non serve, benedire e pregare resta l’unica strada percorribile.

07 luglio 2006

Poveri commercianti


L’ho letto sul giornale di ieri (6.7.06), che gli avrebbero rifiutato l’apertura nelle domeniche di dicembre, a quei poveri commercianti di Via Nassa, produttori “di ricchezza e occupazione”. Ma quali ricchezze? Piuttosto producono concupiscenza, effimere vanità e indebitamento (e non solo loro). Mi dite a cosa serve un orologio da 24.000 Fr, o una scarpa da 650 Fr ? Se posso dare loro un consiglio, facciano come San Francesco, che non posso dimenticare nell’atto di lanciare dalla finestra le stoffe e le merci di suo padre.
Trasformate i vostri commerci in luoghi di accoglienza per i bisognosi perché le vostre ricchezze non vi salveranno, e accumulate tesori laddove la ruggine non li corrode e i ladri non li possono rubare, ovvero in cielo.
Non fate come quel ricco che chiese a Gesù la via per il paradiso, e se ne andò tristemente all’inferno perché non volle vendere tutti i suoi beni. Credete che esagero, non si può fare di ogni erba un fascio, certo ma un buon albero si vede dai suoi frutti, e se non ne da l’ascia è già al suo piede, pronta ad abbatterlo e gettarlo nel fuoco. Lo stesso discorso vale per i vari casinò, veri centri di idolatria e di venerazione al dio mammona. Oh popolo svizzero, svegliati e poni fine a questo scempio, torna la dove è il tuo Dio, e occupati di fare del bene; il Signore è paziente e misericordioso, ma verrà il giorno della fine e cosa dirai in sua presenza?

Apparso sul settimanale di sinistra "Area" il 21 settembre 2006

03 luglio 2006

Giovani udite!

Tra i più diffusi motori di ricerca su internet, ce n’è uno che, quando avete esaurito tutte le parole chiave senza trovare la risposta che cercate, vi offre la possibilità di formulare direttamente la vostra domanda, che verrà sottoposta agli altri utenti, e nel giro di pochi giorni avrete un mare di risposte e di consigli.
Io ho trovato una ragazza che chiedeva "Perché viviamo?" e non mi sono trattenuto dal risponderle: Carissima è la domanda più bella di tutte e se te la stai ponendo è perché desideri più di tutto una risposta. Io ho 30 anni e se a 15 mi avessero detto che viviamo perché Dio ci ha fatti mi sarei messo a ridere e non sarei rimasto ad ascoltare il seguito. Però la vita riserva delle sorprese e a volte dobbiamo cambiare idea, in particolare se ci accorgiamo di quanto siamo fragili e al tempo stesso complicati. Io ho vissuto dei momenti molto brutti ma quando proprio stavo per affondare ho ricevuto un aiuto inaspettato, sempre appena in tempo, e così ho cominciato a riflettere e dopo vari tentativi sono arrivato a una certezza, Dio esiste e ha cura di me. Lui mi ha fatto conoscere mia moglie, con la quale ho avuto tre bimbe una più bella dell'altra, e lei che era già credente mi ha spiegato che Gesù è il Figlio che Dio ha mandato sulla terra non solo per dirci di comportarci bene e di amarci gli uni gli altri come molti credono. No Gesù è venuto principalmente per porre rimedio alla debolezza dell'uomo (se non ti piace chiamarla peccato). Di fatto tutti noi abbiamo fatto delle brutte cose, chi più e chi meno, e a causa di questo non possiamo presentarci così semplicemente davanti a Dio, abbiamo bisogno di un "avvocato", che è appunto Gesù. Lui ha pagato una volta per tutte il peso dei nostri sbagli morendo al posto nostro e se noi abbiamo fiducia in Lui, riceviamo la vita vera e abbondante di cui parla nel Vangelo di Giovanni al capitolo 10,10. Prendi in considerazione che la domanda che tu ti poni può avere una risposta, non è necessariamente vero che Dio non lo si può conoscere, perché se di fatti è venuto sulla terra 2000 anni fa allora è vero il contrario, cioè che Lui si è rivelato agli uomini e tocca a noi fare l'altro passo verso di Lui, leggendo la sua Parola e praticandola. Io personalmente frequento una chiesa evangelica ma amo anche i cattolici. Sono due modi un po’ diversi di avvicinarsi a Dio ma quello che conta è che è possibile farlo. E poi capirai perché vivi e cosa sei chiamata a fare della tua vita, perché Dio che ti conosce da prima che tu nascessi ha dei buoni progetti per te.

su La Regione 30 giugno e GdP 17 luglio

26 giugno 2006

Chi ci farà vedere la prosperità (2/3)

Ci siamo lasciati settimana scorsa sulla considerazione che l’amore di Dio può essere trovato da ognuno di noi in Gesù, e vissuto in modo privilegiato nella chiesa. Ma avevamo lasciato in sospeso alcune domande; perché se sull’amore quasi tutti sono d’accordo, molti meno lo sono quando si parla della correzione di Dio. Parlando a Davide del suo successore, Salomone, Dio dice: ” Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà figlio; e, se fa del male lo castigherò con vergate da uomini”. Certo, molti preferiscono vedere nei racconti dell’Antico Testamento delle allegorie, o degli eventi naturali interpretati dagli uomini come espressione della collera di Dio. Perché mai Dio avrebbe detto a Saul di andare a sconfiggere gli Amalechiti (una popolazione oppostasi all’insediamento di Israele in Terra Santa) votandoli allo sterminio “uomini, donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini” (1Samuele 15) ? Un ordine che se per noi è incomprensibile perfino a Saul parve strano, tanto da spingerlo a disubbidire, risparmiando il loro re e il meglio delle greggi. Eppure Dio si adirò e gli tolse il regno, in favore di Davide.
A questo punto mi sento di azzardare un’ipotesi; sarebbe che prima della morte e resurrezione di Gesù, non esisteva nessuna alternativa valida alla morte dei peccatori, per cancellare i peccati. Dio aveva sì dato a Mosé la legge, che comprendeva riti purificatori, ma che per peccati di una certa entità esigeva la messa a morte dei colpevoli. Come dire che il peccato ha una dimensione materiale e richiede del sangue per essere rimosso. La prima azione che Dio fece dopo la caduta di Adamo e Eva fu di rivestirli con le pelli che naturalmente ricavò uccidendo due animali. Anche in seguito Dio fu costretto ad eliminare coloro che si erano macchiati di iniquità ( il diluvio, Sodoma, gli ebrei nel deserto…). E questo fino al giorno in cui poté affidare all’Unico Giusto questo grave fardello e inaugurare finalmente un patto positivo con l’umanità. (e guarda un po’ cosa dice proprio l’autore di questo patto: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Quindi come dice San Giovanni “Dio è amore.” Ma non si limita a questo, e specifica: ”In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo Figlio (…) affinché, per mezzo di lui, vivessimo. In questo è l'amore: (…) che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.” (1Giovanni 4).

21 giugno 2006

Chi ci farà vedere la prosperità?

È la domanda che si pone il Re Davide nel Salmo 4, e continua:
"O Signore, fa risplendere su di noi la luce del tuo volto! Tu m’hai messo in
cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto
abbondano."
Com’è possibile ciò, da chi viene quella gioia? Davide conosceva solo una parte di Dio eppure questa gli bastava per dichiararsi più felice di chi abbondava di beni. Davide conosceva un Dio che lo sosteneva durante le sue battaglie (particolare non trascurabile, durante il censimento del suo regno egli contò 1.300.000 uomini atti a portare le armi), un Dio che stranamente chiedeva di sterminare interi popoli (uomini, donne e bambini) e poi disquisiva sull’omicidio di un soldato, perpetrato da Davide per prendergli la moglie. Davide conosceva un Dio che giudicava secondo le opere ( Il Signore giudica i popoli; giudica me, o Signore, secondo la mia giustizia e la mia integrità. Salmo7), e viveva ogni giorno i sacrifici espiatori, ma dice "in pace mi coricherò e in pace dormirò perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro.". Quanti nostri contemporanei vivono secondo questo schema proclamando la giustizia delle loro buone azioni, e taluni pregando Dio di aiutarli nelle difficoltà, senza sapere che il tempo è cambiato! Ora viviamo sotto la grazia di Gesù Cristo, rivelazione completa del Dio di Davide, il quale, benché fosse Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì; e reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli obbediscono, autore di salvezza eterna. (Ebrei 5). Io penso che la gioia di Davide non poteva che provenire da questo, dalla fiducia che lui aveva nella bontà di Dio, e dal sapere che essa non si limitava a liberarlo dai suoi nemici, ma si spingeva ad ammetterlo un giorno alla Sua Santa presenza. E noi possiamo accedere a questa gioia ancora più facilmente, poiché chiunque crede in Lui non sarà deluso! Splendido è l'esempio riportato sabato 17 nell'inserto Catholica(GdP), della coppia di catechisti i quali testimoniano Cristo tramite due segni: l'amore e l'unità, e realmente unità e amore regnano nella chiesa di Cristo e anche noi possiamo viverli.

pubblicati sul GdP e sulla Regione il 23-24 giugno

19 giugno 2006

Au nom de Dieu e de la Patrie


Link per l'emissione in francese di Temps Present che parla della realtà cristiana in Svizzera

Gesù e le tempeste

Breve riassunto di una predicazione di David Wilkerson

"Subito dopo, Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente." (Matteo 14:22)
Dov'era Gesù? Sui monti che guardava verso quel mare. Era li che pregava per loro affinché non fallissero nella prova, che avrebbero attraversato e che Egli conosceva.(...)
Fino a quel momento avevano riconosciuto in Gesù il facitore di miracoli, l'Uomo che aveva cambiato dei pani e dei pesci in un cibo miracoloso: avevano apprezzato Gesù come l'amico dei peccatori, Colui che aveva portato alla salvezza ogni tipo di umanità perduta.
Ma non avevano ancora imparato a riconoscere Gesù nella tempesta. Tragicamente, questi discepoli che pensavano di conoscerLo molto bene, non riuscirono a riconoscerLo quando la tempesta li colpì.(...)
Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare.E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!» E dalla paura gridarono.
Non riconobbero Gesù in quella tempesta! Videro un fantasma, un'apparizione. Il pensiero che Gesù fosse così vicino, così facente parte insieme a loro di quello che stavano attraversando, neanche sfiorò le loro menti.
(...)
avevano una nuova paura: i fantasmi!
Credevano di trovarlo al pozzo della Samaritana. Si aspettavano di trovarlo con le braccia aperte per invitare i piccoli fanciulli ad andare a Lui, oppure nel tempio mentre caccia i cambiatori di valute ed un giorno si sarebbero aspettati di trovarlo alla destra del Padre per farli sacerdoti e re. Mai e poi mai si sarebbero aspettati di trovarlo con loro, vicino a loro, nella tempesta!
Ma Dio vide quella tempesta con occhi differenti! Questa prova era per i discepoli quello che il deserto era stato per Gesù. Dio li aveva portati lontano dai miracoli, messi su una piccola e fragile imbarcazione, lontani dall'alto solaio e quindi dette libertà alla natura. Dio permise che loro fossero provati, non che affogassero!

C'è solo una lezione da imparare, una sola! Una lezione semplice, non una profonda o mistica oppure da scuotere la terra. Gesù voleva semplicemente che credessero in Lui come il loro Signore, in qualunque tempesta della vita. Voleva semplicemente che loro mantenessero il buon animo e la confidanza anche nelle ore più nere della prova. Questo è tutto!

Copyright (C)2004 by World Challenge, Lindale, Texas, USA
.

Ma dove sono i cattolici?

Questo il titolo originale di una lettera apparsa venerdì16 giugno, sempre sul GdP.
La riporto integralmente.

Ho trovato interessante la lettera del signor Brenna pubblicata il 13 giugno. Il parallelismo dei giovani che, per le vie dell'università, fumavano la droga mentre predicatori protestanti cantavano, pregavano e proclamavano la Parola di Dio fa sorgere una domanda: dove sono i cattolici? Dov'è il loro impegno? Di parole se ne sentono tante, troppe. Non si vede concretamente la presenza, il sale della terra. Forse la lampada è sotto il moggio ?
Sembra che del cattolicesimo regni solo un pallido ricordo, un corpo freddo e morto che ha perso per strada l'amore per la Verità e la certezza della presenza viva e reale di Cristo. Sembra che regni un catolicesimo senza croce e senza testimonianza, in fuga di fronte al martirio quotidiano dell'incomprensione del mondo. Eppure il nostro Vescovo ci ammonisce, è presente, non si stanca di sporcarsi continuamente le mani. Ma qualcuno lo sta ascoltando?
Il posto dove lavoriamo, dove studiamo, dove camminiamo è il luogo di evangelizzazione e di preghiera. A noi spetta dare il massimo e ai miracoli ci penserà, sicuramente, Dio.
Occorre un po' di fede, che come dice San Paolo cresce con la testimonianza, e un po di sano orgoglio: siamo cattolici.
Abbiamo una storia, una tradizione che hanno prodotto santi esemplari e anche arte che fanno vibrare il cuore. Cristo ha le nostre mani, i nostri piedi, la nostra voce, le nostre forze e tutto ciò che dobbiamo fare in parole e in opere è il Vangelo che il Signore sta scrivendo per l'uomo di oggi.
Dario Maria Minotta, Breganzona


Grazie Signor Minotta

14 giugno 2006

Ho ritrovato quest'ottima risposta...ecco leggetela che mi sembra proprio buona


La risposta di Anne Graham agli attacchi dell'11 settembre contro l'America
Anne Graham, figlia del noto evangelista Billy Graham, è stata intervistata alla televisione americana nel programma «Early Show». In riferimento all'attacco dell'11 settembre 2001, Jane Clayson le ha chiesto: «Come ha potuto Dio permettere che ciò avvenisse?» La risposta di Anne ci fa riflettere.
«Credo che Dio sia profondamente addolorato da questo evento, come lo siamo noi. Ma per anni non abbiamo smesso di dirgli di uscire dalle scuole, di uscire dal governo e di uscire dalle nostre vite. E da gentiluomo che Lui è, credo che si sia ritirato in punta di piedi. Come possiamo aspettarci che Dio ci conceda la Sua benedizione e la Sua protezione, se esigiamo che ci lasci in pace?»

tutta la pagina

08 giugno 2006

All'università di Lugano è arrivata una ventata di Spirito Santo






Ecco credo che le foto diano l'idea di quello che abbiamo fatto durante le pause di mezzogiorno.

L'importante non è se gli altri ci credono pazzi, ma se a essere veramente pazzi siamo noi o sono loro.
Perchè per quanto insolito sia (almeno alle nostre latitudini), vedere un gruppetto di persone che si mette a cantare e lodare il Signore, leggere la Bibbia e commentarla su un prato, non dimentichiamoci che si tratta di un passatempo migliore rispetto al bere e al fumare.
Eppure ne abbiamo visti parecchi che forse proprio in modo deliberato e provocatorio si sono seduti poco distante per consumare quella droga tanto diffusa quento deleteria che è la marjuana.
Il pastore Glaucio Porfìrio, un giovane, più giovane di me, lo sa bene, lui che ci ha portato il messaggio del Vangelo, con un enfasi e un modo di esprimersi che hanno turbato alcuni (e me ne dolgo, perdonateci), poichè a 12 anni è entrato nel mondo della criminalità spacciando ogni sorta di droga, rischiando di morire in risse e per overdose, fino al suo incontro con Gesù.
Non ha seguito Gesù per paura di morire, nemeno perchè un pastore glielo ha detto, ma perchè in Gesù ha trovato la pace che eroina, cocaina, LSD, e la vita di strada non avevano saputo dargli.
Allora onoriamo questi uomini, che da lontano vengono a raccontarci sfaccettature della vita che noi preferiamo rinchidere in un cassetto, e addirittura tentiamo di sdrammatizzare legalizzandole senza renderci conto che così facendo distruggiamo il mondo in cui i nostri figli vivono!
Quando udrete la mia voce non indurite i vostri cuori dice il Signore; e come fare se siamo già barricati dietro una muraglia di presunzione e crediamo di conoscere già tutto. Imparare richiede l'umiltà di mettersi all'ascolto e di essere pronti a cambiare la nostra vita in funzione di quello che ci viene insegnato.
Il pastore Glaucio ha indirizzato ad alcuni passanti queste parole. "...potete fuggire dal predicatore, ma non dalla Parola di Dio, e se lo fate ne pagherete il prezzo perchè queste parole (indicando la Bibbia che teneva in mano) non le ho scritte io bensì lo Spirito Santo."
Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito affinchè chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna; affinchè chiunque crede in lui...

On GdP 13.6.06

01 giugno 2006

Doppietta

Chi mi conosce poteva intuire che non avrei mancato di rispondere alle tre pagine di Ticino 7 impiegate per glorificare la teoria dell’evoluzione. Per brevità partirò dalla domanda che l’autore propone di fare ai sostenitori della creazione, e cioè perché quando si ammalano vanno dal dottore e poi se questi prescrive degli antibiotici li prendono scrupolosamente fino all’ultimo per la paura che i batteri sviluppino delle resistenze. Non conosco bene questi meccanismi, e quindi invece di entrare nei particolari parto al contrattacco con una domanda: e perché quando il dottore ti dice che la tua malattia è incurabile e che ti restano pochi mesi ti rivolgi a Dio per implorare che ti conceda ancora vita?
Bene, visto che mi restano alcune righe vorrei pure replicare al signor Alessandro Pronzato autore della rubrica “tanto per pensare” che ho letto ieri ed oggi (31.5), in cui parla di Fratel Carlo che è andato a Nazaret per servire le religiose clarisse e che per assomigliare a Gesù si vestiva da “pezzente”, oltre a fare altre cose tipo rinunciare ai dolci per darli ai poveri. Io mi sono sentito sinceramente un po’ infastidito, perché di Gesù ho qualsiasi immagine tranne che quella di un pezzente. Che poi si possa decidere di servirlo attraverso l’umiltà e il servizio al prossimo questo è un altro discorso, ma essere sporchi e vestire abiti dimessi non ci avvicina a Dio più di quanto non lo faccia l’andare in chiesa o il leggere la Bibbia: l’unico mezzo per andare a Dio è quello di lavare le nostre vesti (chi ha orecchio intenda) nel sangue dell’Agnello, che ci rende più bianchi della neve.

Pubblicato dal Gdp giugno 06

26 maggio 2006

Se non sai più cosa fare



Ieri era il 25 maggio, giorno dell’Ascensione; approfittando della bella giornata mi sono recato in montagna per fare una gita e salutare mia mamma che si gode la primavera nella baita all’alpe. Abbiamo parlato di tante cose, e di come intendo impostare la mia vita, del fatto che qualunque siano le mie intenzioni è necessario che sia ben preparato per tradurle in pratica. Abbiamo parlato dei modi di affrontare la vita, di cosa è utile o no, di cosa è giusto o sbagliato. Il mio professore d’economia ha un bell’esempio per illustrare come il PIL non sia sempre una misura corretta del benessere di una nazione: la vendita di antidepressivi e di farmaci contro lo stress viene calcolata come ricchezza prodotta durante l’anno, però di fatto è un sottoprodotto del mondo industrializzato che spinge le persone alla solitudine, all’emarginazione o allo stress da sovraccarico lavorativo. A tal proposito mi sovvengo di un versetto dell’Ecclesiaste che dice: Vale più una mano piena, con riposo, che entrambe le mani piene, con travaglio e corsa dietro al vento. E Gesù aggiunge: Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso? Perciò io voglio essere paragonato all’uomo avveduto che ha costruito la sua casa sulla roccia, perché ha ascoltato e messo in pratica le parole di Gesù, e fra tutti i comandamenti che egli ci ha dato abbiamo “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente." Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Così sono sicuro che anche quando non so che direzione prendere, né cosa fare, se mi applico in entrambe queste cose di certo non mi sbaglio e sto progredendo. Perciò vorrei dire a coloro che sono nei guai: Dio non verrà mai a risolvere il problema, per esempio della disoccupazione, ma egli è in grado di aiutare il disoccupato a trovare lavoro, perché egli è un Dio personale, che ha una soluzione su misura per tutti quelli che lo cercano. E poi ecco, ho notato ancora una cosa molto importante: leggere la Parola è buono, metterla in pratica ancora di più, e metterla in pratica consiste anche nel divulgarla perché Gesù prima di salire al cielo, come una mamma che va a fare la spesa e lascia i figli a casa, ha detto:” io vado a prepararvi un luogo… voi state qua e fate i bravi, non guardate troppo la tele e non litigate.”.. o forse ha detto…”Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura.”. Le priorità di Dio non sempre coincidono con le nostre, ma Lui ha sicuramente ragione.

Pubblicato sul Gdp

12 maggio 2006

Gdp 29.5.06
Il mondo senza petrolio ma, peggio, senza morale.

Ho letto con interesse la posizione sostenuta da Anna Lauwaert di Loco sul CdT del 12 maggio; è indubbio che abbia ragione, e mi colpisce la finezza con cui dichiara che gli ultimi barili di petrolio saranno riservati ai militari. A parte questo però la cosa più inquietante è il degrado morale della società, che raggiungerà il suo massimo con la comparsa dell’anticristo. La strada è già spianata, e se un tempo Giovanni Battista predicava "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" oggi sembra che quest’appello sia stato invertito. La tolleranza e l’accondiscendenza riservate a comportamenti libertini e degradanti per la dignità umana, è sistematicamente negata ai testimoni della fede cristiana, tacciati di fondamentalismo e di voler imporre la loro visione del mondo. Benché ognuno sia libero di crederci o no, Dio ha in abominio il peccato e solo a stento trattiene la venuta del giudizio, che colpirà tutti coloro che non hanno preso posto al riparo della croce. Quindi mettere in guardia l’umanità dal pericolo che corre è compito d’ogni vero Cristiano, ed è prova d’amore e non condanna.

26 aprile 2006

Carl Baugh


L’importante è non spegnere mai il cervello: sempre verificare quello che si sente e anche quello che si è già detto, perché vale di più ritrattare un’affermazione sconsiderata che mantenerla a tutti i costi. Così il fatto di aver espresso pubblicamente la mia idea sull'origine dell’universo mi ha spronato a documentarmi maggiormente. Ho letto le critiche mosse contro il mio scienziato creazionista preferito, Carl Baugh, e devo riconoscere che di primo acchito ci sono rimasto male. È accusato di ogni sorta di falsificazioni, dei suoi diplomi e delle prove da lui addotte alla teoria creazionista. Tutto questo sul sito degli Ateisti Americani, i quali sono furiosi perché dal programma delle scuole è stato tolto l’insegnamento dell’evoluzione, e che la metà dei quotidiani degli States è favorevole alla pubblicazione di articoli del tipo “Dinosauri e uomini vissero assieme sulla terra”. Così è guerra aperta tra i due schieramenti, che riempiono i rispettivi siti internet di prove dell’evidenza, alternativamente dell’evoluzione e della creazione. È chiaro che, per quanto la scienza ufficiale cerchi di gettare nel ridicolo i creduloni che hanno scelto di vivere come figli di Dio invece che come scimmie evolute, le sue certezze sono minate alla base ed è solo questione di tempo perché il resto del mondo apra gli occhi su quello che realmente sta dietro all’idea di evoluzione: il rifiuto di Dio. Per cui, sebbene anche Carl Baugh possa sbagliarsi riguardo ai dettagli, la sua è una posizione di molto più vicina alla realtà, in quanto parte dal principio corretto che la vita è il frutto di un atto creativo di Dio.
Pubblicato tra le lettere del GdP

20 aprile 2006

creazione e Creazione


La scienza e il mistero della vita: replica

Gentile signor Camillo Massimo Fiori, credo che una sola Parola dovrebbe bastare a commentare il suo articolo sul Gdp di mercoledì: “Dov’eri tu, quando io fondavo la terra? Dillo se hai tanta intelligenza.” (Giobbe 38,4). Ma non si disperi, ciò vale per tutti noi, nemmeno io ero presente, per cui se voglio saper come andarono le cose devo affidarmi a delle congetture, e tale è e resterà la teoria dell’evoluzione; inoltre non so come si permette di definire ossessiva la lettura che io faccio della Bibbia per il semplice fatto che la ritengo molto attendibile! Sempre un maggior numero di studi evidenzia la verità storica di quanto essa riporta, e il racconto della Genesi non fa eccezione. Ma riprendiamo l’analisi dei fatti: i fossili di animali estinti ritrovati dai primi evoluzionisti suggerirono loro la creazione di quello che chiameremmo oggi un diagramma ad albero, in cui inserirono dal più piccolo al più grosso tutti gli animali. Il fatto che alcuni poi fossero estinti permise loro di aggiungere sul lato una colonna temporale ( del tipo presente – passato ) e con un lavoro da bambini tracciarono delle righe di congiuntura tra le specie che si assomigliano. Nessuna osservazione diretta dei fenomeni evoluzionistici, nessuna misurazione attendibile dei presunti tempi evolutivi, perché ben si sa che la datazione al carbonio 14 non va oltre i 10.000 anni e dipende dalla reale concentrazione di quel isotopo nell’atmosfera all’epoca in cui vissero i reperti da analizzare (che nessuno garantisce essere identica a quella odierna) , ecc. I soli fatti obbiettivi sono il ritrovamento, di vasti giacimenti di ossa, impronte e spesso anche oggetti delicati come uova e interi scheletri, perfettamente conservati nello stato in cui morirono, probabilmente in maniera istantanea, a seguito di un cataclisma quale fu il diluvio in cui furono sommersi da materiale alluvionale. Altra evidenza per la quale la teoria evoluzionista ha dovuto ricorrere alla scappatoia delle presunte glaciazioni, sono i massi erratici, che si vorrebbero spinti per migliaia di chilometri, in pianura se non addirittura in leggera salita, da dai ghiacciai, che di fatto non si muovono che con notevoli pendenze, come nelle Alpi ai giorni nostri. Sembra molto più plausibile che fu la furia delle acque a ruzzolarli lì dove stanno. Tra l’altro perché un ghiacciaio si formi occorrono grandi precipitazioni, che a loro volta richiedono l’evaporazione di grandi masse d’acqua e quindi temperature elevate, in contrasto con l’abbassamento generale della temperatura richiesto dalla teoria delle glaciazioni. Si potrebbe andare avanti per ore, ma quello che mi sembra importante far capire al lettore è che se da una parte si crede in un mondo “giovane” a cui resta poco tempo prima della fine, dall’altra si immagina un mondo esistito da miliardi di anni, e con altri miliardi di anni davanti a sé, e questo pone dei problemi di coscienza e non di scienza, bisticcio di parole che rappresenta bene l’origine del dibattito, aperto dopo la rivoluzione francese e americana dagli illuministi proprio per rovesciare anche la monarchia inglese attaccando l’origine divina del suo potere screditando gli scritti mosaici attraverso l’opera di Lyell e Darwin.
Apparso sul GdP

ancora cronaca

Due mondi, una realtà.

Il gran numero di persone accorse a Lugano per la processione del venerdì Santo, per testimoniare riconoscenza al loro Salvatore e Signore Gesù Cristo, ha sfilato silenzioso per le vie della città che per l’occasione non si sono certo rese a loro volta silenziose. Ad ogni angolo si poteva sentire la musica dei bar e il rumore delle macchine. Ma questo non mi turba, certo le vie di Gerusalemme, mentre Gesù le attraversava carico della croce erano altrettanto pervase d’insulti e ingiurie. Arrivati alla terza stazione ho lasciato il corteo perché le mie tre bimbe erano le prime a portare una nota stonata all’austerità che si deve a certi momenti, e forse non è stato un caso perché ritornando sui miei passi ho attraversato Piazza Riforma proprio mentre la filarmonica installata sul palco intonava il celebre tema di Superman, l’eroe alla base di tutta la generazione di miti che pullulano sulle nostre televisioni, sempre dotati di superpoteri che li aiutano a vincere il male. Non vi è dunque da stupirsi se così tante persone non sanno più che la sola vittoria sul male valida fino ai giorni nostri è quella avvenuta sul Golgota, e così facendo perdono la possibilità di riconciliarsi con Dio, con le conseguenze che stento ad immaginare. Il mondo è diviso in una fetta esigua di credenti ed una maggiorità di supereroi, tali poiché non ritengono di aver bisogno di alcun aiuto ma contano unicamente su se stessi. La sola realtà che ci unisce è di discendere tutti da quella coppia che nel giardino dell’Eden fu degradata da Dio a semplici mortali, e in quanto tale io mi vanto di aver ricevuto da Cristo il dono più prezioso, il perdono.
Apparso sulla Regione il 19.4

03 marzo 2006

La saggezza è ascoltare e mettere in pratica

Sant’Alfonso Maria de Liguori Affetti divoti a Gesù CristoIntraText CT - Lettura del testo

I. Affetti di viva fede.

O atei che non credete Dio, o pazzi che siete! Se voi non credete che vi è Dio, ditemi, chi vi ha creati? Come potete mai figurarvi che vi sieno creature senza principio che l'abbia create? Questo mondo che ammirate, regolato con ordine così bello e così costante, ha potuto mai farlo il caso che non ha né ordine né mente? Miseri! Voi studiate per persuadervi che l'anima muore come muore il corpo; ma oh Dio, che direte quando giunti all'eternità vedrete che l'anime vostre sono eterne, ed in eterno più non potrete rimediare alla vostra ruina?

Ma se credete che vi è Dio, avete da credere che vi sia ancora la vera religione. - Ma se non credete che la religione nostra della Chiesa cattolica romana sia la vera, ditemi, qual'è la vera? Forse quella de' Gentili che ammette tanti Dei, e così li distrugge e nega tutti? Forse quella de' Maomettani, ch'è un miscuglio di favole, d'inezie e contraddizioni? Religione inventata da un infame impostore, fatta più per le bestie che per gli uomini? Forse quella de' Giudei i quali per altro ebbero un tempo la vera fede, ma perché poi han riprovato il loro aspettato Redentore che ha insegnata la nuova legge della grazia, han perduta la fede, la patria e tutto? Forse quella degli eretici che, separandosi dalla nostra Chiesa ch'è stata la prima fondata da Gesù Cristo ed a cui fu fatta da lui stesso la promessa che non sarebbe mai mancata, han confusi talmente tutt'i dogmi rivelati, che ciascuno di loro nel credere è contrario all'altro? Ah che troppo è chiaro che la fede nostra è l'unica vera. O vi è fede, e non può esservi altra religione vera che la nostra: o non vi è fede, e tutte le religioni son false. Ma ciò non può essere; perché se vi è Dio, vi ha da essere la vera fede e la vera religione.

Ma quanto poi sono più pazzi quei cristiani che tengono la vera fede, e poi vivono come non ci credessero! Credono che vi è Dio giusto giudice, che vi è il paradiso e l'inferno eterno; e poi voglion vivere come non ci fosse né giudizio né paradiso né inferno né eternità né Dio.

Oh Dio, come possono i cristiani credere a Gesù Cristo, credere un Dio nato in una stalla, un Dio nascosto in una bottega per trent'anni a faticare e vivere alla giornata, come un semplice garzone; un Dio finalmente inchiodato ad una croce e morto consumato da' dolori, e non amarlo, e disprezzarlo co' peccati!

O santa fede, illuminate tanti poveri ciechi che vanno a perdersi per una eternità. - Ma già questa luce risplende ed illumina tutti gli uomini fedeli ed infedeli: Lux vera quae illuminat omnem hominem (Io. I, 9). E come poi tanti si perdono! O peccato maledetto, tu acciechi le menti di tante povere anime, le quali entrate all'eternità apriranno poi gli occhi, ma allora non vi sarà più rimedio all'errore.

Come va, Gesù mio, che tanti vostri servi si son confinati nelle grotte e ne' deserti per attendere a salvarsi; tanti nobili ed anche principi sono andati a chiudersi ne' chiostri a vivere poveramente e sconosciuti dal mondo per accertar la loro eterna salute; tanti martiri han lasciato tutto, tante verginelle han rinunziate le nozze de' primi grandi della terra ed hanno abbracciato gli eculei, le mannaie, le piastre, le graticole infocate e le morti più crudeli per non perdere la vostra grazia; e tanti altri poi vivono da voi lontani in peccato i mesi e gli anni?

Vi ringrazio, Gesù mio, della luce che mi date, con cui mi fate conoscere che tutt'i beni di questa terra son fumo, loto, vanità ed inganno; e che voi solo siete il vero e l'unico bene.

Dio mio, vi ringrazio che mi avete data questa santa fede, e che l'avete renduta a noi così chiara coll'avveramento delle profezie, colla verità de' miracoli, colla costanza de' martiri, colla santità della dottrina e colla prodigiosa propagazione della medesima per tutto il mondo; che se non fosse vera, bisognerebbe dire che voi ci avete ingannati in farcela credere con tanti contrassegni che ce ne avete dati.

Io credo tutto quel che la Chiesa m'insegna a credere, perché tutto voi ce l'avete rivelato. Né pretendo comprendere colla mia mente quei misteri che son superiori alla mia mente; basta che voi l'avete detto. Vi prego ad accrescere in me la fede: Adauge nobis fidem (Luc. XVII, 5).

01 marzo 2006

La città e la guerra


Perché tutto non và come vorremmo?

In merito al servizio “La città e la guerra" apparso su Ticino 7, ritengo opportuno osservare che se nel 1940 si è giunti al razionamento a causa della situazione nei paesi confinanti con la Svizzera, nel mondo d’oggi, in cui le distanze sono ridotte ai minimi non capisco perché le guerre in medio oriente non ci inducono almeno a una riflessione sulla necessità di autodisciplinarci.
Sono nato ancora sotto la minaccia della guerra fredda e mi ricordo bene di come i miei genitori dovessero contare ogni franco per far fronte alle difficoltà della vita.
Ma oggi la società è cambiata, urbanizzandosi, e la disoccupazione fa parlare di se, mentre si potrebbe parlare dei territori agricoli incolti delle nostre valli, degli alpi abbandonati. Ora se il signor Bignasca vorrà etichettarmi come aspirante dittatore non mi importa, ma io affermo, con la Bibbia alla mano, che la troppa libertà nuoce all’uomo. Adamo ed Eva, lasciati liberi nel giardino non resistettero alla tentazione e fecero una scelta che influenzò terribilmente essi stessi e la loro discendenza; Caino, geloso di suo fratello non ascoltò Dio che gli diceva : «Perché sei irritato? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!». E di questi esempi non ne mancano certo anche nelle nostre vite. Ciò nondimeno siamo ancora liberi di scegliere, solo che non ne sembriamo degni. Pretendiamo che i nostri dirigenti facciano in ogni istante la scelta migliore, ma pochi di essi sanno ascoltare il Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide…(Isaia9) Ma guarda, volete dirmi che anche a quei tempi avevano problemi con il governo? Purtroppo anch’essi, popolo di Dio, non hanno voluto ascoltare questo Consigliere, e di fatto sono stati dispersi sulla faccia della terra. Per questo dico che siamo ancora in tempo per imparare dagli errori del passato ed invitare colui che ci ha lasciato la libertà, ad amministrarla con noi.
Pietro Brenna, Pregassona

23 febbraio 2006

Procediamo con ordine, anzitutto ringraziamo il Signore che ci ha fatto svegliare tutti in buona salute, e se per caso qualcuno invece fosse malato, cerchi di non scoraggiarsi, ma continui a credere che c'è un Dio in grado di ripagarlo per tutte le cose buone che fa.
Stiamo infatti assistendo a fatti vieppiù terribili, e se le catastrofi naturali e le guerre non hanno ucciso abbastanza persone ecco che ci pensa l'uomo cosiddetto civile con l'eutanasia.
Ma la verità è che la morte non allevia la pena di colui che soffre, anzi la rende irrimediabile, difatti anche un detto popolare dice "fin che c'è vita c'è speranza", fin che c'è vita c'è redenzione per colui che si confida a Dio e viene in tal modo salvato dalle pene dell'inferno.
Non mi credete? Eppure tutto mostra che l'uomo è una creatura libera, anche di scegliere con chi schierarsi, perchè niente e nessuno mai potrà separarci dall'amore di Dio.
Ieri ci siamo trovati per pregare per un progetto e siamo stati veramente felici di sentire il nostro amato Signore vicino a noi, pronto a guidarci. Ora si tratta di lasciarci guidare in tutti gli ambiti della vita, arrendendoci completamente al suo amore, perchè non c'è niente di più bello che scoprire che egli non ci abbandoa mai.
Si tratta anche per me di un passo a volte difficile da compiere, però mai impossibile, e quando pensiamo di doverci preoccupare per la nostra vita perchè solo credere in Dio non basta, ebbene Lui ci viene in contro e ci mostra la nostra debolezza e la sua forza; allora ci è più facile abbandonare ogni preoccupazione.
Cercate un rapporto personale con Dio. È la chiave per una vita felice.

22 febbraio 2006


Mi presento per quelli che non mi conoscono.
Dalla foto capite che non sono così vecchio, ma ho pur sempre 29 anni. Dopotutto che conta è l'età che uno si sente dentro.
In questo Blog cercherò di riassumere il mio pensiero, giorno per giorno, e di portare un po' di gioia a chi mi legge.
Perchè spesso tratterò argomenti che concernono l'amore di Dio per me e per te.
ciao riciao, oggi sono pronto per continuare
Per esempio aggiorno il mio Blog aggiungendo la lettera che il GdP mi ha pubblicato oggi

16.2.06
Lettera al giornale

Da quando sono diventato segretario della sezione ticinese dell’UDF, mi interesso molto più attivamente alla vita sociale e politica di questo cantone. E ora mi chiedo cosa voglia dire portare Cristo il politica e che soluzioni è possibile offrire a questioni complicate come la gestione dello Stato.
Io so che ci saranno sempre coloro che serbano rabbia e amarezza per le sofferenze vissute, ma voglio, oltre che a loro, indirizzarmi a coloro che credono nella vita. A prescindere dalla fede, alla quale sono arrivato sfiorando la morte, e nella quale ho trovato risposta a tutte le domande esistenziali, riconoscendomi anzitutto una creatura di Dio, e in seguito come descritto dalla Bibbia, un peccatore che scopre un Dio amorevole che viene a cercarlo nel più profondo della sua disperazione, io mi appello a un sentimento condiviso da molti uomini di buon volontà: l’amore e la carità. Questi valgono altrettanto di una laurea in medicina, diritto ed economia.
Non pretendo di portare risposte puntuali a ogni problema tecnico; far politica consiste anche nel cercare un consenso fra le parti in causa, qualora la decisione da prendere non sia palese, e per questo bisogna fare leva sulla coscienza di ognuno. Perché mi preme ribadirlo, di ogni decisione che prendiamo durante questa vita, che ci è stata donata per fare del bene, renderemo conto un giorno. Non è terrorismo ma incitamento a seguire la voce della coscienza nel momento di decidere per gli altri.

Non esiste la soluzione su misura per tutti i problemi, l’hai già detto e allora cosa ci proponi tu?

Se hai due pani dividili con tuo fratello che non ne ha! Ecco il modello di Stato cui vorrei arrivare, dove si impara che donare è più gratificante di possedere.
Rendiamoci conto che però un secolo fa i nostri antenati emigravano perché qua non c’era il pane, e che ciò che viviamo oggi è un miracolo di prosperità e ciò che vogliamo (ulteriore benessere) è assurdo: abbiamo dunque un po’ di pudore prima di lamentarci ogni volta che stentiamo ad arrivare a fine mese, ma troviamo motivo di gioia in quello che la giornata ci riserva e abbiamo fede nella Provvidenza.
Per me fare politica da cristiano vuol dire riconoscere i limiti di questo mondo e superarli con l’amore, sapendo che la pace può scendere in cuore nel mezzo della bufera e farci dimenticare ciò per cui prima eravamo inquieti o furiosi, riportando tutto alle sue reali dimensioni, perché le cose di questo mondo sono un granello di sabbia rispetto all’eternità.
Ancora un aneddoto: oggi mi sono recato a Bellinzona per una pratica amministrativa accompagnato da mia moglie, la quale durante il tragitto esclama “Voglio proprio vedere la Marina Masoni oggi!”.
Neanche a farlo apposta, sbrigate le pratiche, usciamo dagli uffici di piazza governo, e la vediamo che attraversa la strada accompagnata da due uomini: mia moglie, in uno slancio di entusiasmo le si avvicina e, sfoggiando un sorriso smagliante, la saluta presentandosi. La consigliera di Stato tende la mano e ricambia il saluto, e a questo punto mia moglie si lancia in un elogio e aggiunge “noi preghiamo tanto per lei, siamo cristiani e preghiamo sempre per lei”. La risposta è spontanea e sincera “Grazie, grazie tante, mi fa veramente piacere sentirlo, in questi momenti difficili” e le due donne commosse si abbracciano. Così, mentre da più parti piovono critiche, io sento il dovere di incoraggiare chi porta il fardello della leadership e di lasciare alla persona stessa il compito di valutare il suo operato.

Siamo veramente sicuri che al suo posto avremmo saputo fare di meglio?