18 novembre 2006

Basta con il relativismo.

I fatti di Zurigo mi rivoltano profondamente, considero ciò che è successo un’ulteriore affronto alla vita, che non ha ormai altro valore se non quello di mercato, misurato al centesimo. Le radici di questo male sono nella liberalizzazione senza precedenti (ma forse alcuni ci sarebbero) che la nostra società conosce. Partirò nel mio ragionamento da un punto che non sembra avere legame apparente: lo statuto di Israele. Ci sono fondamentalmente due modi di reagire alle notizie che giungono da quel lembo di terra, premesso che la violenza va sempre condannata: la nostra simpatia va necessariamente all’una o all’altra parte. Ma se appunto la violenza, che è feroce sui due campi, non ci permette di distinguere il buono dal cattivo, dobbiamo ricorrere ad un altro elemento. Ciò che fa pendere l’ago della mia bilancia è che Israele ci ha dato il Messia, colui che attualmente è la nostra unica speranza. Così io prendo posizione contro la violenza ma a favore di Israele, così come mi schiero contro tutto ciò che Gesù mi dice di non fare, ma nel rispetto del diritto alla vita. Il fatto è che democraticamente stiamo incoraggiando appunto quelle cose che non si dovrebbero fare: l’aborto, l’eutanasia, l’omosessualità, la droga, la pornografia...e dove se no hanno preso esempio quei giovani zurighesi? Tutti questi “disordini morali” proponiamo ai nostri giovani, invece di incamminarli sulla via della fede. Una simile democrazia ha portato all’elezione democratica di Hitler, e di fatto le tendenze di uno dei nostri consiglieri federali lo stanno riproponendo come uno scenario non così fantascientifico. La democrazia senza i giusti valori vale meno che un buon re che governa con rettitudine e saggezza, per questo cerchiamo di rimettere Cristo, il Re dei Re al centro della nostra prima che naufraghi.

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