20 aprile 2006

creazione e Creazione


La scienza e il mistero della vita: replica

Gentile signor Camillo Massimo Fiori, credo che una sola Parola dovrebbe bastare a commentare il suo articolo sul Gdp di mercoledì: “Dov’eri tu, quando io fondavo la terra? Dillo se hai tanta intelligenza.” (Giobbe 38,4). Ma non si disperi, ciò vale per tutti noi, nemmeno io ero presente, per cui se voglio saper come andarono le cose devo affidarmi a delle congetture, e tale è e resterà la teoria dell’evoluzione; inoltre non so come si permette di definire ossessiva la lettura che io faccio della Bibbia per il semplice fatto che la ritengo molto attendibile! Sempre un maggior numero di studi evidenzia la verità storica di quanto essa riporta, e il racconto della Genesi non fa eccezione. Ma riprendiamo l’analisi dei fatti: i fossili di animali estinti ritrovati dai primi evoluzionisti suggerirono loro la creazione di quello che chiameremmo oggi un diagramma ad albero, in cui inserirono dal più piccolo al più grosso tutti gli animali. Il fatto che alcuni poi fossero estinti permise loro di aggiungere sul lato una colonna temporale ( del tipo presente – passato ) e con un lavoro da bambini tracciarono delle righe di congiuntura tra le specie che si assomigliano. Nessuna osservazione diretta dei fenomeni evoluzionistici, nessuna misurazione attendibile dei presunti tempi evolutivi, perché ben si sa che la datazione al carbonio 14 non va oltre i 10.000 anni e dipende dalla reale concentrazione di quel isotopo nell’atmosfera all’epoca in cui vissero i reperti da analizzare (che nessuno garantisce essere identica a quella odierna) , ecc. I soli fatti obbiettivi sono il ritrovamento, di vasti giacimenti di ossa, impronte e spesso anche oggetti delicati come uova e interi scheletri, perfettamente conservati nello stato in cui morirono, probabilmente in maniera istantanea, a seguito di un cataclisma quale fu il diluvio in cui furono sommersi da materiale alluvionale. Altra evidenza per la quale la teoria evoluzionista ha dovuto ricorrere alla scappatoia delle presunte glaciazioni, sono i massi erratici, che si vorrebbero spinti per migliaia di chilometri, in pianura se non addirittura in leggera salita, da dai ghiacciai, che di fatto non si muovono che con notevoli pendenze, come nelle Alpi ai giorni nostri. Sembra molto più plausibile che fu la furia delle acque a ruzzolarli lì dove stanno. Tra l’altro perché un ghiacciaio si formi occorrono grandi precipitazioni, che a loro volta richiedono l’evaporazione di grandi masse d’acqua e quindi temperature elevate, in contrasto con l’abbassamento generale della temperatura richiesto dalla teoria delle glaciazioni. Si potrebbe andare avanti per ore, ma quello che mi sembra importante far capire al lettore è che se da una parte si crede in un mondo “giovane” a cui resta poco tempo prima della fine, dall’altra si immagina un mondo esistito da miliardi di anni, e con altri miliardi di anni davanti a sé, e questo pone dei problemi di coscienza e non di scienza, bisticcio di parole che rappresenta bene l’origine del dibattito, aperto dopo la rivoluzione francese e americana dagli illuministi proprio per rovesciare anche la monarchia inglese attaccando l’origine divina del suo potere screditando gli scritti mosaici attraverso l’opera di Lyell e Darwin.
Apparso sul GdP

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