07 luglio 2006

Poveri commercianti


L’ho letto sul giornale di ieri (6.7.06), che gli avrebbero rifiutato l’apertura nelle domeniche di dicembre, a quei poveri commercianti di Via Nassa, produttori “di ricchezza e occupazione”. Ma quali ricchezze? Piuttosto producono concupiscenza, effimere vanità e indebitamento (e non solo loro). Mi dite a cosa serve un orologio da 24.000 Fr, o una scarpa da 650 Fr ? Se posso dare loro un consiglio, facciano come San Francesco, che non posso dimenticare nell’atto di lanciare dalla finestra le stoffe e le merci di suo padre.
Trasformate i vostri commerci in luoghi di accoglienza per i bisognosi perché le vostre ricchezze non vi salveranno, e accumulate tesori laddove la ruggine non li corrode e i ladri non li possono rubare, ovvero in cielo.
Non fate come quel ricco che chiese a Gesù la via per il paradiso, e se ne andò tristemente all’inferno perché non volle vendere tutti i suoi beni. Credete che esagero, non si può fare di ogni erba un fascio, certo ma un buon albero si vede dai suoi frutti, e se non ne da l’ascia è già al suo piede, pronta ad abbatterlo e gettarlo nel fuoco. Lo stesso discorso vale per i vari casinò, veri centri di idolatria e di venerazione al dio mammona. Oh popolo svizzero, svegliati e poni fine a questo scempio, torna la dove è il tuo Dio, e occupati di fare del bene; il Signore è paziente e misericordioso, ma verrà il giorno della fine e cosa dirai in sua presenza?

Apparso sul settimanale di sinistra "Area" il 21 settembre 2006

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