08 luglio 2006

80 GB di hard disk

Leggevo ultimamente, forse sull’Avvenire, che con tutta questa memoria a disposizione ci stiamo letteralmente seppellendo sotto una montagna di dati che forse mai troveremo il tempo di riordinare e leggere. Paradossalmente tutta questa memoria ci fa dimenticare ancor più rapidamente il nostro passato. Basta guardare cosa riempie le prime pagine dei giornali. Il mondo è talmente cambiato che l’attenzione si focalizza sugli sviluppi della gestione delle case da gioco e sull’apertura domenicale di negozi superflui, perché non fanno che evidenziare il divario tra ricchi e poveri. Mentre qualcuno fa notare che sussidiarietà rima con solidarietà, e che una nazione sana deve basarsi su altre forze oltre che lo Stato e il Mercato (con tutti i loro pregi), e che una di queste è la famiglia nella sua forma consacrata dal matrimonio, la sensazione palpabile gironzolando per le città, è che tutto sia diventato estremamente lontano da quella società patriarcale e rurale di cui siamo figli. Quanti hanno capito il significato delle parole di C.Blocher “garantire la sovranità alimentare”? Neppure l’impennata del petrolio basta a renderci attenti che un cambiamento di vita si impone (perché altrimenti si imporrà nostro malgrado). Ma naturalmente ci sono troppi interessi in gioco e la macchina del consumismo non si arresta senza l’intervento di chi la guida, solo che nessuno ne ha il coraggio: o se no spiegatemi cosa significa questa frase (Gdp 8.7.06) “Accogliendo il ricorso di un privato contro le deroghe per le aperture dei negozi si è dovuto tener conto di una sentenza del Tribunale Federale (…), sarà comunque possibile tenere aperti i negozi nelle domeniche precedenti il Natale.” Ovvero vi saranno deroghe al divieto di derogare al divieto di apertura domenicale.
Denaro, denaro e solo denaro. Rassegnarsi non si può, indignarsi non serve, benedire e pregare resta l’unica strada percorribile.

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