21 giugno 2006

Chi ci farà vedere la prosperità?

È la domanda che si pone il Re Davide nel Salmo 4, e continua:
"O Signore, fa risplendere su di noi la luce del tuo volto! Tu m’hai messo in
cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto
abbondano."
Com’è possibile ciò, da chi viene quella gioia? Davide conosceva solo una parte di Dio eppure questa gli bastava per dichiararsi più felice di chi abbondava di beni. Davide conosceva un Dio che lo sosteneva durante le sue battaglie (particolare non trascurabile, durante il censimento del suo regno egli contò 1.300.000 uomini atti a portare le armi), un Dio che stranamente chiedeva di sterminare interi popoli (uomini, donne e bambini) e poi disquisiva sull’omicidio di un soldato, perpetrato da Davide per prendergli la moglie. Davide conosceva un Dio che giudicava secondo le opere ( Il Signore giudica i popoli; giudica me, o Signore, secondo la mia giustizia e la mia integrità. Salmo7), e viveva ogni giorno i sacrifici espiatori, ma dice "in pace mi coricherò e in pace dormirò perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro.". Quanti nostri contemporanei vivono secondo questo schema proclamando la giustizia delle loro buone azioni, e taluni pregando Dio di aiutarli nelle difficoltà, senza sapere che il tempo è cambiato! Ora viviamo sotto la grazia di Gesù Cristo, rivelazione completa del Dio di Davide, il quale, benché fosse Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì; e reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli obbediscono, autore di salvezza eterna. (Ebrei 5). Io penso che la gioia di Davide non poteva che provenire da questo, dalla fiducia che lui aveva nella bontà di Dio, e dal sapere che essa non si limitava a liberarlo dai suoi nemici, ma si spingeva ad ammetterlo un giorno alla Sua Santa presenza. E noi possiamo accedere a questa gioia ancora più facilmente, poiché chiunque crede in Lui non sarà deluso! Splendido è l'esempio riportato sabato 17 nell'inserto Catholica(GdP), della coppia di catechisti i quali testimoniano Cristo tramite due segni: l'amore e l'unità, e realmente unità e amore regnano nella chiesa di Cristo e anche noi possiamo viverli.

pubblicati sul GdP e sulla Regione il 23-24 giugno

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La gioia del Signore supera quella che proviene dalle gratificazioni materiali. La gioia di Dio è la gioia della libertà, del sentirsi liberi dal peccato e amati, ma soprattutto la gioia di sentirsi figli di Dio e godere dell'amicizia di Gesù mettendo in pratica il suo insegnamento. Grazie per questo bel post.

Pietro Brenna ha detto...

prego non c'è di che.