29 agosto 2006

No alla revisione delle leggi sull´asilo e sugli stranieri.

Oltre un mese fa era apparsa la notizia che un centinaio di politici di differenti partiti si sono schierati contro la revisione di queste due leggi, ritenute contrarie ai diritti dell’uomo. Contemporaneamente è stata segnalata una pubblicazione edita dalla Commissione Giustizia e Pace, (http://www.juspax.ch), che mi permetto, per chi non l’avesse letta, di riassumere e parafrasare in queste poche righe.

“…l’emigrazione fa parte della memoria collettiva dell’umanità. Certi emigranti sono pronti a mettere in pericolo la loro vita, pur di sfuggire alla miseria e alla mancanza di prospettive. È ovvio che alcuni emigranti economici cerchino di entrare in Europa tramite la procedura d’asilo, visto che non possono farlo in altro modo. Peroriamo la libera circolazione delle merci e dei capitali, ma delle persone vorremmo scegliere solo quelle utili e redditizie. Se è legittimo che gli stati disciplinino l’immigrazione, non di meno essi devono emanare leggi nel rispetto della dignità umana.

Fino al XX secolo gli svizzeri emigravano: il più delle volte, i nostri antenati furono degli emigranti privi di qualifiche professionali, al punto da essere considerati oggi al pari dei “rifugiati economici”. A partire dagli anni 50 invece la Svizzera ha conosciuto un periodo di prosperità, a cui ha contribuito parecchio la manodopera straniera.”

Ai giorni nostri la Svizzera non è confrontata ad una situazione d’emergenza nell’ambito dell’asilo: dal 2002 le domande sono in costante calo (26.678 nel 2002; 10.061 nel 2005, quindi meno della metà). Sempre nel 2005, nonostante l’adozione di criteri più rigidi rispetto agli altri paesi europei, l’Ufficio federale della migrazione ha riconosciuto al 57% dei richiedenti il diritto alla protezione o all’asilo, quindi, se non disporre di un lavoro nel proprio paese non è un motivo valido per ottenere l’asilo, deporre una domanda non è di per se un crimine. Quanti devono lasciare la Svizzera devono poterlo fare in piena dignità.

La LAsi rende più difficile l’accesso alla procedura d’asilo, prevedendo la non entrata in materia se il richiedente non può presentare entro 48 ore dei documenti di viaggio o di identità (quindi un atto di nascita o una patente, finora accettati non lo saranno più). Nel 1995 il Consiglio Federale si era opposto a questa misura, non compatibile con la convenzione di Ginevra (messaggio del CF del 4.12.95). Difatti alcuni paesi usano proprio la privazione dei documenti come strumento di persecuzione ! Il richiedente l’asilo sprovvisto di documenti deve allora “rendere credibile” la sua condizione di rifugiato, raccontando per filo e per segno tutta la sua storia fin dal primo interrogatorio, che per una persona traumatizzata (un “vero” richiedente) non è la cosa più scontata. Questo dispositivo mette in difficoltà proprio le persone che maggiormente necessitano di protezione e viola la Convenzione di Ginevra.(* Prof. W. Kalin, spec. diritto pubblico inernaz.).

La LAsi mette per strada senza alcuna eccezione quanti hanno depositato una domanda di riesame ( e legalmente hanno diritto di restare sul suolo elvetico) o si sono visti rifiutare la domanda d’asilo. Ciò non può che favorire l’aumento della clandestinità e della micro-criminalità: la Stato contribuisce a creare zone di illegalità. Le misure coercitive sono inoltre aumentate in misura sproporzionata, anche per i minorenni.

La Legge sugli stranieri permette agli immigranti europei di risiedere liberamente in Svizzera, e pone per tutti gli altri la condizione di contribuire agli interessi dell’economia. “Nella prospettiva di una solidarietà globale, ci sembra problematico sul piano etico che la Svizzera approfitti degli investimenti nel campo della formazione accordati da paesi meno sviluppati del nostro, attiri le loro élite e, respinga i loro altri emigranti”.La LStr autorizza il ricongiungimento famigliare, ma esclude di farne un diritto: la famiglia invece è il nucleo naturale e essenziale della società.

Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma lo spazio impone di fermarsi. Fate agli altri ciò che vorreste facessero a voi.

19 agosto 2006

TUTTO È NIENTE

Provate un giorno a uscir di casa senza un soldo in tasca.

Pensate che il mondo sia differente?

Mille strade si apriranno dinnanzi a voi che non avete mai considerato, proprio perché più si pensa a proteggere i propri beni e meno valore si darà alla vita stessa.

Riporto un’unica frase di Gesù: E che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde l'anima sua?

Apparso sia sul GdP che sulla Regione (salvo errore)

Devo aggiungere che questo breve pensiero non sembra particolarmente geniale, ma in realtà ha una sua profondità. Quello che voglio dire va oltre la semplice banalità del fatto che una vita materialista lascia poco spazio alla valorizzazione del nostro spirito; è pur vero che se la vita é l'unica ricchezza che ti resta non è ancora automatico che tu la apprezzi al suo giusto valore: occorre ancora conoscere Dio per sapere che quella vita è la porta per una grande esperienza.

17 agosto 2006

Lettera agli increduli

Molti non vogliono sentir parlare di Dio, altri lo cercano distrattamente, altri ancora ascoltano volentieri ma poi trovano difficile adattare la loro vita alle poche cose che Dio ci richiede, e altri infine accolgono con gioia il messaggio del Vangelo e lasciano che dia grande frutto nella loro vita.

Io credo che tu sarai una di queste persone, che saprai riconoscere l'amore di Dio per te e il suo piano nella tua vita.

Non pensare neanche un secondo che a me faccia piacere vedere al telgiornale le immagini della guerra, delle carestie, dei feriti e dei malati: è la realtà non lo nego, ma se è così non è per colpa di Dio questo mai.

Vi è inoltre una realtà che per me è ancora più tangibile: il fatto che io stesso vivo. Questo è un miracolo perchè per le leggi della natura io non dovrei più esistere. A 15 anni ho preso veramente una brutta piega, e ne ho passate di tutti i colori. Se ne sono uscito è solo per la grazia di Dio, per cui so che Dio esiste e che mi ha aiutato in passato e continua nel presente.

Allora, stabilito questo punto (per me non c'è ombra di dubbio), rimane da capire perchè tanto dolore e tante sofferenze nel mondo; non me lo sapevo spiegare neanche io fin che mi sono sposato, e da quel momento ho cominciato a ascoltare, e a credere, quello che mia moglie pensava , e cioè che la Verità e contenuta nella Bibbia, e che Gesù non solo è realmente esistito, ma come egli affermava, è venuto sulla terra per salvare l'umanità.

Naturalmente c'è voluto parecchio tempo, la mia mente si rifiutava di credere all'esistenza, non tanto del paradiso, quanto piuttosto dell'inferno.

Ho cominciato a leggere personalmente i Vangeli e tutta la Bibbia, e ne sono rimasto affascinato, è una storia bellissima, e è un libro che parla al cuore.

Ho fatto pure fatica a credere che Dio avesse creato il mondo nel modo descitto nella genesi (in soli 6 giorni) ma poi ho scoperto che molti scienziati hanno smesso di sostenere la teoria dell'evoluzione, che non ritengono più essere in grado di spiegare lo stato attuale del mondo in cui viviamo.

Un passo più facile invece è stato credere al racconto di Adamo ed Eva, che disobbedirono nel famoso giardino di Eden e che a causa della loro disobbedienza furono "puniti" con la morte ( in effetti Dio non voleva punirli ma voleva evitare che vivessero eternamente nel peccato che avevano commesso )

Ma avevo anche ragioni personali per credere alla responsabilità del peccato nei problemi che mi potevano capitare. Io avevo peccato, avevo fatto tante brutte cose, e ognuna mi aveva allontanato un po di più dal mio giardino dell'eden, ovvero la mia infanzia in cui ero felice oltre ogni possibile dubbio. Quindi inizialmente vedevo in quel racconto una metafora della mia stessa vita, nato senza peccato (si dice che i bambini siano innocenti), poco a poco sono stato corrotto dalle cattive abitudini e gli sbagli mi hanno portato verso uno stato di dispeazione cronica. Poi la Bibbia narra della fedeltà di Dio che cerca comunque di rimediare agli sbagli degli uomini, venendogli incontro, un po come ha fatto con me, aiutandomi ad uscire dai problemi e ancora più dalla solitudine. La venuta del Messia infatti era attesa da tutti gli ebrei, il problema è che non l'hanno saputo riconoscere, perchè è venuto per guaire individualmente le piaghe e le malattie di tutti i poveri e i diseredati che abitavano in giudea, e non per riscattare dalla sottomissione ai Romani l'insieme del popolo ebreo. E così è ancora oggi; molti rifiutano di vedere quello che Gesù fa nelle loro vite e si aspettano di vederlo opeare sulla collettività, rimediando a guerre e carestie, che poi sono causate dagli uomini stessi e non tanto da Dio. Ogni giorno infatti sentiamo la domanda "se Dio esiste perchè le guerre e i bambini che muoiono di fame" invece di sentire "se Dio non esiste da dove vengo allora?"

Apparso nella rubrica "Contrappunti" del GdP il 13 ottobre

15 agosto 2006

I veri valori resistono alla prova del fuoco

Il direttore del Gdp ha veramente fatto centro (contrappunti 14.8 (*)); in 19 righe ha detto tutto su un tema che potrebbe sembrare infinito se preso sotto altre angolazioni: la “crescente e apparentemente inarrestabile e irreversibile islamizzazione dell’Europa”. Leggendo infatti la lettera del signor Ghiringhelli m’è venuto come un attimo di sdegno e ho pensato “certo, ma cosa fanno gli europei per fronteggiarlo?”.
Risposta: si “sbattezzano” (pare che sia l’ultima moda tra gli italiani che i genitori cattolici hanno avuto l’impudenza di battezzare neonati, senza prima chiedere consenso). E allora non può essere altro, l’islam avanza, perché i valori di molti giovani sono mutevoli e soggetti alle tendenze, o a come tira il vento. I valori come la famiglia, la patria, la fede, sono quotidianamente smantellati da discorsi e da leggi improntate a relativizzarne l’immagine, dimenticando che se la Svizzera è quello che è, lo deve anche a quel Winkelried che nella battaglia di Sempach diede la vita per i fratelli. (Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici, disse Gesù. Gv 15,13). Si promuove l’immagine del matrimonio? Si insegna forse l’inno svizzero agli scolari?
Però in tutta questa “cultura del niente” una nota positiva l’ho trovata; in aumento, oltre al numero dei disoccupati, dei senzatetto, dei malati di aids e dei working poor, c’è anche il numero di quanti hanno conosciuto Gesù, in particolare tra i giovani. Questo dato potete verificarlo su Yahoo Answers, un forum frequentato ormai da migliaia di giovani italiani, facendo alcune domande su Dio e dintorni; è sorprendente il numero di quanti vi risponderanno affermativamente, Gesù è il mio Salvatore! È veramente incoraggiante vedere la presenza di Cristo tra i giovani, e dove Cristo è presente, tutto è possibile! Ecco un valore che da 2000 anni non cambia, tutt’al più si adegua alle nuove tecnologie e ora corre alla velocità della luce sui fili di rame.


(*)Ecco quello che si poteva leggere sul Gdp di lunedi 14.8:

Gentili lettori, resto convinto che i musulmani che vivono nel nostro Paese siano davvero gente tranquilla e integrata, non potenziali terroristi (se ci sono eccezzioni nessuno le ha mai documentate). Quanto al "conflitto di civiltà", che in realtà è prima di tutto una grave crisi della nostra civiltà europea, cito le parole del cardinale Biffi di qualche anno fa, che sottoscrivo in toto:

Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi
pare senza avvenire é la "cultura del niente", della libertà senza limiti e
senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale (...)
Questa" cultura del niente" non sarà in grado di reggere l'assalto ideologico
dell'islam che non mancherà: solo la riscoperta dell'"avvenimento cristiano"
come una salvezza per l'uomo- e quindi solo una resurrezione dell'antica anima
dell'Europa- potrà offrire un'esito diverso.



Pubblicato dal GdP in ottobre

12 agosto 2006

Il semplice piano di Dio

GodsSimplePlan.org Lifegate Logo
God has used over half a Billion paper copies of God's Simple Plan of Salvation since 1933 to see countless souls saved by reading the Gospel in over 112 languages. Over 30 of these languages are available on-line with simple ordering instructions for the paper versions of all the languages.

dalla pagina in italiano si può scaricare un bellissimo volantino che riassume il piano di Dio per salvare gli uomini

08 agosto 2006

Perché il Libano va salvato


Editoriale del 7.8.06
Di Claudio Mésoniat, direttore del Gdp

Per ragioni di lavoro ho avuto occasione negli anni passati di conoscere abbastanza approfonditamente il Libano, davvero una Swissminiatur, nonpiù grande di Ticino e Grigioni (…) ma con un patrimonio di convivenza tra etnie, religioni e culture di inestimabile valore. Vorrei farmi capire: non una spiaggia turistica plurilingue, e neanche un salotto multiculturale per farci il festival. Ma un laboratorio di convivenza secolare , tra cristiani e arabi musulmani, ancora pieni di risorse e capacità piena di dialogo nonostante i durissimi contraccolpi bellici degli ultimi tre decenni (…). Ci siamo già dimenticati che un anno fa centinaia di migliaia di cristiani e musulmani avevano manifestato nelle strade di Beirut contro l’assassinio del musulmano Hariri, l’uomo politico liquidato dalla Siria perché intenzionato a riportare il Libano sulla strada di una reale indipendenza da Damasco e da Teheran? “La presenza cristiana in Libano è una condizione necessaria per salvare la presenza dei cristiani in Medio Oriente”, aveva riconosciuto Giovanni Paolo II. Ora, fa sapere l’agenzia Asia News, il 70% dei cristiani rimasti in Libano si dice esausto, demoralizzato da questa nuova guerra e intenzionato a lasciare il paese. E questa sarebbe, in mezzo a lutti e a distruzioni di questi giorni, la sciagura peggiore per il futuro di questa regione e dei rapporti stessi tra cristiani e musulmani. Qual è stato e quale potrebbe essere il ruolo di Israele in proposito? Gerusalemme è stata costretta a prendere le armi dalle provocazioni degli Hezbollah. Ma come spesso in passato, non mostra particolare sensibilità alla distruzione materiale, politica e culturale del Libano pur di mettere a segno alla svelta l’obbiettivo di disarmare Hezbollha. È giusto che gli israeliani si difendano dalla guerra per procura che l’Iran di Ahmadinejad (un pazzo- non per nulla ammiratore di Hitler- che proclama la necessità di “cancellare Israele dalla faccia della terra”) gli hascatenato contro; e lo fanno a mio parere, cercando di colpire postazioni militari e obiettivi strategici mentre gli Hezbollha sparano a casaccio i loro razzi su centri abitati (ma per molti media i bambini ammazzati a Nazaret o gli infermieri colpiti nella corsia di un ospedale hanno valore ridotto rispetto a quei poveri braccianti siriani che “coglievano la frutta nella valle della Bekaa”: e perché?). Ma a Israele che difende con i denti il proprio diritto alla sopravvivenza, si può chiedere oltre che il rispetto della vita umana e del diritto internazionale, di non passare come un carro armato sul diritto della sopravvivenza di un’altra presenza: quella cristiana? E che gli stati europei ( di cristiana, lontana origine) di mettere in campo le loro diplomazie e i loro potenti mezzi, anche con questo specifico intento?.

03 agosto 2006

La battaglia di Sempach (1386)


Winkelried si getta sull'esercito nemico, disposto in una formazione a quadrato inespugnabile a causa delle lunghe lance, e si sacrifica per la libertà dei compagni: prende su di se le lance, aprendo un varco. Questo permetterà di sconfiggere l'esercito nemico, ma porterà alla sua morte.






Il 1o agosto ero a Gunzgen, vicino ad Olten, alla giornata nazionale di preghiera organizzata da Gebet fur die Schweiz. Ora sono troppo stanco per raccontare come è andata, ma appena me la sento completo questo post.


Oggi è il 5 marzo 2007 e ho finalmete ricopiato dal prospetto l'articolo "Valutazione della situazione in Svizzera". Ve lo presento integralmente.



Valutazione della situazione in Svizzera

Dio non è soltanto il Dio di singole persone, ma è anche il Dio di interi popoli e nazioni. La singola persona può scegliere, consapevolmente o inconsapevolmente, la benedizione o la maledizione, ma anche un intero popolo può farlo. Come singoli individui siamo, sempre, dovunque, legati al destino del nostro popolo, vale a dire che se come individui scegliamo la benedizione, condivideremo comunque la benedizione e la maledizione cui è sottoposto il nostro popolo.

Cosa porta la benedizione su un popolo? La Bibbia ci mostra due fattori, due colonne sulle quali poggia la benedizione del popolo:
Gli uomini timorati di Dio in mezzo a un popolo, la benedizione dei giusti (ad es. Prov 11.11; Gen 18.16 e segg.; Matt. 13:24 e segg.)
L’atteggiamento del popolo o del suo Re/ Governo nei confronti dei precetti di Dio (ad es. Lev.26; Deut 27-32; II Cron 14, 4-6)

Qual’è la situazione della Svizzera rispetto a queste due colonne di possibile benedizione e/o maledizione?
Il Corpo do Cristo in Svizzera: nel nostro paese ci sono tante persone rese giuste da Gesù Cristo, eppure il loro numero è esiguo e negli ultimi decenni il loro influsso su tutte le sfere della società sta diminuendo. Assistiamo tuttavia anche a promettenti episodi di risveglio e riconosciamo che Dio è all’opera attraverso l’azione del Suo Santo Spirito che si manifesta anche attraverso guarigioni, segni e prodigi. Ma resta ancora tanto da fare.
L’atteggiamento del popolo, proprio in Svizzera con la sua democrazia diretta, è direttamente rappresentato dall’atteggiamento del Governo: riconosciamo una frattura in questa colonna, un decadimento che avrà delle conseguenze come desidero illustrare brevemente.

Il fondamento della nostra nazione è stato, da sempre, il patto con Dio Onnipotente, rinnovato nella costituzione del 1848. Le caratteristiche di questo patto, evidenti ancor oggi sono:
La nascita – il giuramento sul Rütli, la Lettera di Alleanza, la Festa Nazionale Svizzera
Il fondamento dello stato odierno – la Costituzione federale con il preambolo “In nome di Dio Onnipotente”
Il Contrassegno – lo stemma
L’espressione – gli inni (appello alla preghiera in libertà), la giornata nazionale di preghiera, penitenza e ringraziamento, la moneta da 5 Fr. (dominus providebit)

Gli effetti sono una dimostrazione della bontà di Dio, visibile in una storia straordinaria:
Protezione da catastrofi nazionali ( la Svizzera è stata risparmiata dalla guerra nel ventesimo secolo, nonostante fosse circondata da guerre in tutta Europa; protezione da terremoti,…)
Benessere economico nonostante l’assenza di risorse di base (mancanza di ricchezze nel sottosuolo, mancanza di un accesso al mare, alta percentuale di terreno montagnoso e sterile)
Unità nonostante quattro lingue / gruppi etnici / culture / confessioni.

Nel messaggio del Consiglio Federale relativo alla nuova costituzione federale del novembre 1997 è stato scritto, riguardo al preambolo “In nome di Dio Onnipotente”, un testo esplicativo del seguente tenore: “Considerando le diverse religioni e concezioni del mondo, questo potere non deve essere inteso solamente in un’ottica cristiana; lo Stato non deve dichiarare vincolante una determinata fede, ma ognuno può dare un senso personale a “Dio Onnipotente”.

Con l’approvazione popolare della nuova Costituzione nel 1999, questa interpretazione fu ratificata. In quell’occasione credo che noi cristiani abbiamo ottenuto una “vittoria di Pirro”: abbiamo pensato che il preambolo avrebbe sistemato ogni cosa, eppure in realtà le principali autorità hanno dato un senso completamente nuovo a questo concetto , escludendo esplicitamente il Dio dei cristiani. Ma Dio non si lascia spartire con altri dei! Il “contenitore” è rimasto invariato per amore della “pace” ma il contenuto è stato radicalmente ridefinito. Il pensiero del timore di Dio come fondamento della Costituzione e quindi della nostra nazione è stato tralasciato. I comandamenti del Dio che si rivela attraverso la Bibbia sono stati rigettati. In questo modo l’antico patto con il Dio della Bibbia è stato unilateralmente ed esplicitamente sciolto.

Per quanto riguarda le conseguenze sono fin troppo evidenti: nel dicembre 1999 la tempesta Lothar, il 2001 l’anno delle catastrofi con l’incendio del tunnel del Gottardo, la follia omicida nel parlamento cantonale di Zugo e il fallimento di Swissair; nel 2002 l’approvazione della “soluzione dei termini”; nel 2005 la nuova legge federale sull’unione domestica registrata, e da quel momento anche le ricorrenti inondazioni dalla portata fino ad allora quasi sconosciuta. Giudico questa serie di catastrofi nazionali prima sconosciute nella recente storia della Svizzera e l’allontanamento dai precetti di Dio subito dopo, e a seguito dell’approvazione della nuova costituzione federale come una risposta ammonitrice da parte di Dio. Sono giunto alla conclusione che nel 1999 sia crollata una colonna decisiva per la benedizione di Dio sulla nostra nazione e che da allora ne stiamo subendo le conseguenze, e che ciò diventerà sempre più evidente. Vi ricordo che siamo noi come popolo che scegliamo la benedizione o la maledizione !

Se ora si incrina anche questa seconda colonna, abbiamo tutte le ragioni di riscoprire e di riassumerci le nostre responsabilità come cristiani nel nostro Paese. Dobbiamo rinforzare la prima colonna e lasciarci usare da Dio per rimettere in piedi la seconda colonna. Con le nostre preghiere quotidiane, ma anche oggi stesso mentre siamo riuniti a migliaia in preghiera per il nostro Paese, ci assumiamo una parte importante della nostra responsabilità.
Dunque , preghiamo.

Markus Schildknecht

02 agosto 2006

Israele non è una nazione come le altre

In quanto cristiano sento il bisogno di ribadire che Gesù durante i suoi giorni in terra fu un ebreo. L’esistenza di Israele è per i cristiani una testimonianza che il Dio in cui credono non è scaturito dalla fantasia. Israele fu scelto da Dio per ristabilire l’uomo nella posizione di dominio che aveva perso a seguito della disubbidienza in Eden. Israele, nel cuore di Dio, è sempre il popolo eletto, ed Egli ne ha dato prova radunandolo dalle estremità della terra dopo quasi 2000 anni di esilio. Infatti la fondazione dello stato di Israele dopo la seconda guerra mondiale altro non è che l’adempiersi della profezia contenuta nel libro di Geremia al capitolo 23, versetti 7 e 8:
“Pertanto, ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali non si dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto, ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra».


E poi ci sono delle frasi nel libro di Zaccaria, assieme a profezie molto complicate, che descrivono la situazione di Gerusalemme prima del ritorno del Signore Gesù:

In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati; contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra.(12:3) In quel giorno io m'impegnerò a distruggere tutte le genti che verranno contro Gerusalemme. (12:9)
Questo ben si addice alla situazione attuale, in cui Israele miracolosamente resiste, con un territorio dalla configurazione difficile da difendere, a attacchi su più fronti. Ma Zaccaria parla anche della prossima conversione degli ebrei:
Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito.(12:10) Invocherà il mio nome e io l'ascolterò; dirò: «Questo è il mio popolo». Esso dirà: «Il Signore è il mio Dio». ( 13:9)


E finalmente verrà il Giorno del Signore:

Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l'esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combattè nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente…Zaccaria 14:1-4


Per cui credo ben poco nei tentativi di mediazione per cercare la pace, che non verrà prima di quel giorno
Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà
tranquilla e sicura.(14:11)


Allora preghiamo affinché Israele veda il suo Re.

Pubblicato su "La Regione, 8.8.06"