23 gennaio 2008

TROPPI BIANCHI IN MERCEDES

Ma come si fa a essere così poveri in spirito da attaccare una minoranza indifesa come gli asilanti africani? (“Il Mattino” titolava domenica “ Troppi neri sul bus”). Sono stato questa sera al matrimonio di una donna africana con un bianco e ho incontrato nelle scale del palazzo un padre (bianco) inquieto per la sua figlia di un anno, che ha la febbre. Lui ha 33 anni, due più di me e ha otto, dico bene, otto figli. Sono andato a vedere la piccola e li ho trovati in un due locali e mezzo. Mi si è stretto il cuore ma ho trovato qualcosa che non c’è nelle ville di Aldesago ( e lo so perché sono giardiniere), ovvero il calore umano. Eppure il tutto avveniva a Lugano, il comune delle disparità. Da una parte i milioni, dall’altra chi per la grazia di Dio vive. Ma secondo me si divertono di più coloro che non hanno niente, perché basta loro una piccola festa per sapere che non sono soli, che nel bisogno troveranno aiuto dal vicino (invece di erigere siepi e palizzate perché “quello lì è un cretino”). Ma per chi sto parlando? Tanto chi ha la Mercedes continuerà a ostentare la sua ricchezza e chi deve prendere il bus (che sia nero o bianco) continuerà a salire senza il biglietto. Tirate le vostre conclusioni; non sarò io a cambiare il mondo, ma magari al signor Bignasca consiglierei di fare un giro in un centro per richiedenti l’asilo, portando qualche pizza e un cartone di birra per vedere se veramente là sono di un’altra razza o se pure loro sono esseri umani (la pizza si sa piace a tutti).