29 agosto 2006

No alla revisione delle leggi sull´asilo e sugli stranieri.

Oltre un mese fa era apparsa la notizia che un centinaio di politici di differenti partiti si sono schierati contro la revisione di queste due leggi, ritenute contrarie ai diritti dell’uomo. Contemporaneamente è stata segnalata una pubblicazione edita dalla Commissione Giustizia e Pace, (http://www.juspax.ch), che mi permetto, per chi non l’avesse letta, di riassumere e parafrasare in queste poche righe.

“…l’emigrazione fa parte della memoria collettiva dell’umanità. Certi emigranti sono pronti a mettere in pericolo la loro vita, pur di sfuggire alla miseria e alla mancanza di prospettive. È ovvio che alcuni emigranti economici cerchino di entrare in Europa tramite la procedura d’asilo, visto che non possono farlo in altro modo. Peroriamo la libera circolazione delle merci e dei capitali, ma delle persone vorremmo scegliere solo quelle utili e redditizie. Se è legittimo che gli stati disciplinino l’immigrazione, non di meno essi devono emanare leggi nel rispetto della dignità umana.

Fino al XX secolo gli svizzeri emigravano: il più delle volte, i nostri antenati furono degli emigranti privi di qualifiche professionali, al punto da essere considerati oggi al pari dei “rifugiati economici”. A partire dagli anni 50 invece la Svizzera ha conosciuto un periodo di prosperità, a cui ha contribuito parecchio la manodopera straniera.”

Ai giorni nostri la Svizzera non è confrontata ad una situazione d’emergenza nell’ambito dell’asilo: dal 2002 le domande sono in costante calo (26.678 nel 2002; 10.061 nel 2005, quindi meno della metà). Sempre nel 2005, nonostante l’adozione di criteri più rigidi rispetto agli altri paesi europei, l’Ufficio federale della migrazione ha riconosciuto al 57% dei richiedenti il diritto alla protezione o all’asilo, quindi, se non disporre di un lavoro nel proprio paese non è un motivo valido per ottenere l’asilo, deporre una domanda non è di per se un crimine. Quanti devono lasciare la Svizzera devono poterlo fare in piena dignità.

La LAsi rende più difficile l’accesso alla procedura d’asilo, prevedendo la non entrata in materia se il richiedente non può presentare entro 48 ore dei documenti di viaggio o di identità (quindi un atto di nascita o una patente, finora accettati non lo saranno più). Nel 1995 il Consiglio Federale si era opposto a questa misura, non compatibile con la convenzione di Ginevra (messaggio del CF del 4.12.95). Difatti alcuni paesi usano proprio la privazione dei documenti come strumento di persecuzione ! Il richiedente l’asilo sprovvisto di documenti deve allora “rendere credibile” la sua condizione di rifugiato, raccontando per filo e per segno tutta la sua storia fin dal primo interrogatorio, che per una persona traumatizzata (un “vero” richiedente) non è la cosa più scontata. Questo dispositivo mette in difficoltà proprio le persone che maggiormente necessitano di protezione e viola la Convenzione di Ginevra.(* Prof. W. Kalin, spec. diritto pubblico inernaz.).

La LAsi mette per strada senza alcuna eccezione quanti hanno depositato una domanda di riesame ( e legalmente hanno diritto di restare sul suolo elvetico) o si sono visti rifiutare la domanda d’asilo. Ciò non può che favorire l’aumento della clandestinità e della micro-criminalità: la Stato contribuisce a creare zone di illegalità. Le misure coercitive sono inoltre aumentate in misura sproporzionata, anche per i minorenni.

La Legge sugli stranieri permette agli immigranti europei di risiedere liberamente in Svizzera, e pone per tutti gli altri la condizione di contribuire agli interessi dell’economia. “Nella prospettiva di una solidarietà globale, ci sembra problematico sul piano etico che la Svizzera approfitti degli investimenti nel campo della formazione accordati da paesi meno sviluppati del nostro, attiri le loro élite e, respinga i loro altri emigranti”.La LStr autorizza il ricongiungimento famigliare, ma esclude di farne un diritto: la famiglia invece è il nucleo naturale e essenziale della società.

Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma lo spazio impone di fermarsi. Fate agli altri ciò che vorreste facessero a voi.

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