03 marzo 2006

La saggezza è ascoltare e mettere in pratica

Sant’Alfonso Maria de Liguori Affetti divoti a Gesù CristoIntraText CT - Lettura del testo

I. Affetti di viva fede.

O atei che non credete Dio, o pazzi che siete! Se voi non credete che vi è Dio, ditemi, chi vi ha creati? Come potete mai figurarvi che vi sieno creature senza principio che l'abbia create? Questo mondo che ammirate, regolato con ordine così bello e così costante, ha potuto mai farlo il caso che non ha né ordine né mente? Miseri! Voi studiate per persuadervi che l'anima muore come muore il corpo; ma oh Dio, che direte quando giunti all'eternità vedrete che l'anime vostre sono eterne, ed in eterno più non potrete rimediare alla vostra ruina?

Ma se credete che vi è Dio, avete da credere che vi sia ancora la vera religione. - Ma se non credete che la religione nostra della Chiesa cattolica romana sia la vera, ditemi, qual'è la vera? Forse quella de' Gentili che ammette tanti Dei, e così li distrugge e nega tutti? Forse quella de' Maomettani, ch'è un miscuglio di favole, d'inezie e contraddizioni? Religione inventata da un infame impostore, fatta più per le bestie che per gli uomini? Forse quella de' Giudei i quali per altro ebbero un tempo la vera fede, ma perché poi han riprovato il loro aspettato Redentore che ha insegnata la nuova legge della grazia, han perduta la fede, la patria e tutto? Forse quella degli eretici che, separandosi dalla nostra Chiesa ch'è stata la prima fondata da Gesù Cristo ed a cui fu fatta da lui stesso la promessa che non sarebbe mai mancata, han confusi talmente tutt'i dogmi rivelati, che ciascuno di loro nel credere è contrario all'altro? Ah che troppo è chiaro che la fede nostra è l'unica vera. O vi è fede, e non può esservi altra religione vera che la nostra: o non vi è fede, e tutte le religioni son false. Ma ciò non può essere; perché se vi è Dio, vi ha da essere la vera fede e la vera religione.

Ma quanto poi sono più pazzi quei cristiani che tengono la vera fede, e poi vivono come non ci credessero! Credono che vi è Dio giusto giudice, che vi è il paradiso e l'inferno eterno; e poi voglion vivere come non ci fosse né giudizio né paradiso né inferno né eternità né Dio.

Oh Dio, come possono i cristiani credere a Gesù Cristo, credere un Dio nato in una stalla, un Dio nascosto in una bottega per trent'anni a faticare e vivere alla giornata, come un semplice garzone; un Dio finalmente inchiodato ad una croce e morto consumato da' dolori, e non amarlo, e disprezzarlo co' peccati!

O santa fede, illuminate tanti poveri ciechi che vanno a perdersi per una eternità. - Ma già questa luce risplende ed illumina tutti gli uomini fedeli ed infedeli: Lux vera quae illuminat omnem hominem (Io. I, 9). E come poi tanti si perdono! O peccato maledetto, tu acciechi le menti di tante povere anime, le quali entrate all'eternità apriranno poi gli occhi, ma allora non vi sarà più rimedio all'errore.

Come va, Gesù mio, che tanti vostri servi si son confinati nelle grotte e ne' deserti per attendere a salvarsi; tanti nobili ed anche principi sono andati a chiudersi ne' chiostri a vivere poveramente e sconosciuti dal mondo per accertar la loro eterna salute; tanti martiri han lasciato tutto, tante verginelle han rinunziate le nozze de' primi grandi della terra ed hanno abbracciato gli eculei, le mannaie, le piastre, le graticole infocate e le morti più crudeli per non perdere la vostra grazia; e tanti altri poi vivono da voi lontani in peccato i mesi e gli anni?

Vi ringrazio, Gesù mio, della luce che mi date, con cui mi fate conoscere che tutt'i beni di questa terra son fumo, loto, vanità ed inganno; e che voi solo siete il vero e l'unico bene.

Dio mio, vi ringrazio che mi avete data questa santa fede, e che l'avete renduta a noi così chiara coll'avveramento delle profezie, colla verità de' miracoli, colla costanza de' martiri, colla santità della dottrina e colla prodigiosa propagazione della medesima per tutto il mondo; che se non fosse vera, bisognerebbe dire che voi ci avete ingannati in farcela credere con tanti contrassegni che ce ne avete dati.

Io credo tutto quel che la Chiesa m'insegna a credere, perché tutto voi ce l'avete rivelato. Né pretendo comprendere colla mia mente quei misteri che son superiori alla mia mente; basta che voi l'avete detto. Vi prego ad accrescere in me la fede: Adauge nobis fidem (Luc. XVII, 5).

01 marzo 2006

La città e la guerra


Perché tutto non và come vorremmo?

In merito al servizio “La città e la guerra" apparso su Ticino 7, ritengo opportuno osservare che se nel 1940 si è giunti al razionamento a causa della situazione nei paesi confinanti con la Svizzera, nel mondo d’oggi, in cui le distanze sono ridotte ai minimi non capisco perché le guerre in medio oriente non ci inducono almeno a una riflessione sulla necessità di autodisciplinarci.
Sono nato ancora sotto la minaccia della guerra fredda e mi ricordo bene di come i miei genitori dovessero contare ogni franco per far fronte alle difficoltà della vita.
Ma oggi la società è cambiata, urbanizzandosi, e la disoccupazione fa parlare di se, mentre si potrebbe parlare dei territori agricoli incolti delle nostre valli, degli alpi abbandonati. Ora se il signor Bignasca vorrà etichettarmi come aspirante dittatore non mi importa, ma io affermo, con la Bibbia alla mano, che la troppa libertà nuoce all’uomo. Adamo ed Eva, lasciati liberi nel giardino non resistettero alla tentazione e fecero una scelta che influenzò terribilmente essi stessi e la loro discendenza; Caino, geloso di suo fratello non ascoltò Dio che gli diceva : «Perché sei irritato? Se agisci bene, non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!». E di questi esempi non ne mancano certo anche nelle nostre vite. Ciò nondimeno siamo ancora liberi di scegliere, solo che non ne sembriamo degni. Pretendiamo che i nostri dirigenti facciano in ogni istante la scelta migliore, ma pochi di essi sanno ascoltare il Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide…(Isaia9) Ma guarda, volete dirmi che anche a quei tempi avevano problemi con il governo? Purtroppo anch’essi, popolo di Dio, non hanno voluto ascoltare questo Consigliere, e di fatto sono stati dispersi sulla faccia della terra. Per questo dico che siamo ancora in tempo per imparare dagli errori del passato ed invitare colui che ci ha lasciato la libertà, ad amministrarla con noi.
Pietro Brenna, Pregassona