28 agosto 2007

25 agosto 2007

articolo del 2001 : L'UNIONE EUROPEA METTE MANO ALL'ARMONIZZAZIONE FISCALE

di JEAN ZIEGLER *
Il crimine organizzato internazionale fa grande uso delle banche elvetiche per riciclare i suoi profitti (1). In Svizzera, infatti, giustizia, polizia e codice di procedura penale dipendono dalla sovranità dei cantoni e, fra questi, solo la Repubblica e il cantone di Ginevra fanno reali sforzi per salvaguardare la piazza finanziaria dall'infiltrazione sistematica di mafie russe, baroni dei cartelli sudamericani o signori delle triadi cinesi.La seconda lauta sorgente cui si deve la favolosa ricchezza del paradiso elvetico è il denaro, frutto della corruzione e del saccheggio degli stati del terzo mondo da parte di dittatori ed élite autoctone. La Svizzera pratica la libera convertibilità delle monete. La neutralità politica, insieme al cinismo e alla grande competenza dei suoi banchieri, hanno tradizionalmente incitato i dittatori di ogni stampo - Sani Abasha (Nigeria), Mobutu (ex Zaire), Jean-Claude Duvalier (Haiti), e i vari Marcos (Filippine) - a depositare con estrema tranquillità i proventi delle loro rapine a Paradeplatz a Zurigo o in rue de la Corraterie a Ginevra.Ma la complessità della legge elvetica è tale che pochissimi governi africani, latino-americani o asiatici hanno una qualche possibilità di recuperare più di qualche briciola delle fortune dei loro tiranni decaduti. Così, dei circa 3,4 miliardi di euro sottratti da Sani Abasha e depositati in diciannove banche svizzere tra il 1993 e il 1998, anno della sua morte, solo 730 milioni sono stati ritrovati e bloccati e 115 milioni restituiti alle autorità di Lagos (2). C'è una terza rendita particolarmente redditizia: l'evasione fiscale internazionale. Da tutto il mondo, ma soprattutto da Germania, Italia e Francia gli evasori trasferiscono i capitali in Svizzera. Per un motivo semplice: in quasi tutto il pianeta, l'evasione fiscale costituisce un reato punibile penalmente. Ma non in Svizzera, dove la falsa dichiarazione d'imposta e la sottrazione intenzionale di redditi imponibili non sono che infrazioni amministrative. L'unico reato punibile penalmente è la falsificazione di documenti. In materia di evasione fiscale, il segreto bancario è dunque assoluto. Non viene mai tolto per nessuno.Si obbietterà che la Svizzera ha firmato, praticamente con tutti gli stati del mondo, convenzioni dette di reciproca collaborazione giudiziaria, basate appunto sul principio di reciprocità. Ma perché le autorità accordino il suddetto aiuto reciproco a un'autorità straniera, bisogna che i fatti su cui si indaga siano definiti come reato penale in entrambi gli stati. Ora, visto che l'evasione fiscale non rientra nel Codice penale della Confederazione, gli evasori tedeschi, francesi o italiani - clienti delle banche svizzere o di loro succursali alle Bahamas o a Hong Kong - possono dormire sonni tranquilli. Nessun giudice né autorità fiscale di Ginevra, Basilea, Berna o Zurigo darà la minima informazione ai giudici francesi, tedeschi o italiani.Ma il vento sta girando e in modo molto preoccupante per la piazza finanziaria elvetica che, secondo uno studio dell'università di Basilea, gestirebbe il 35 % circa dei patrimoni privati mondiali e assicurerebbe l'11% del prodotto interno lordo (Pil) del paese (3). Il 27 novembre scorso, infatti, i membri dell'Unione europea hanno raggiunto un compromesso sull'armonizzazione dell'imposizione fiscale sui redditi da capitale che, alla lunga, costituisce una seria minaccia per le banche svizzere. Certo, i Quindici procedono con tutto comodo: nel progetto di direttiva è previsto uno scambio di informazioni generalizzato tra le amministrazioni fiscali, ma soltanto nel.... 2010! Entro la fine del 2002, tuttavia, sono previsti degli incontri con paesi terzi, in primo luogo europei, tra cui Liechtenstein, Monaco e Svizzera, per assicurarsi il loro allineamento alla legislazione comunitaria.In altri termini, il segreto bancario dovrà essere negoziato con l'Unione...I tre errori degli «gnomi» I Quindici non sono i soli a volersi disfare dell'oasi elvetica: quest'ultima è presa di mira, direttamente o indirettamente, anche dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che si è appena dotata di strumenti di lotta contro la corruzione.Il segreto bancario svizzero è entrato anche nel mirino degli Stati uniti e del G8: nel corso dell'ultima riunione dei ministri delle finanze dei paesi membri, tenutasi l'8 e il 9 luglio 2000 a Fukuoka (Giappone), è stato redatto un elenco dei principali paradisi fiscali di cui è necessario ottenere la chiusura. La Confederazione elvetica compare ai primi posti.Nel 1984, gli svizzeri furono chiamati a pronunciarsi su un'iniziativa popolare costituzionale lanciata dal Partito socialista, Chiese e sindacati per una ridefinizione in senso restrittivo del segreto bancario. La proposta fu respinta dal 73% dei votanti. Per combatterla, l'Associazione svizzera dei banchieri aveva utilizzato - a suon di milioni - il seguente argomento: il segreto bancario è, nei fatti, un diritto della persona; è il garante della sfera privata; sopprimerlo significherebbe aprire la strada ad uno stato totalitario. Dal giorno della vittoria, gli «gnomi» non hanno mai modificato la loro argomentazione.Ma da allora ad oggi, e soprattutto dopo la crisi finanziaria asiatica e la scoperta degli innumerevoli casi di corruzione, i danni provocati dalla finanza globalizzata e dai paradisi fiscali hanno provocato notevoli cambiamenti nell'opinione pubblica internazionale. Cambiamenti che si sono ripercossi sui rappresentanti eletti, come prova, in Francia, la creazione di una missione parlamentare di informazione sugli ostacoli al controllo e alla repressione della criminalità finanziaria e del riciclaggio di capitali in Europa, che ha pubblicato rapporti molto espliciti sul Liechtenstein (4) e su Monaco (5). I governi, sia pure in misura ancora molto limitata, si sono messi sulla stessa strada.Secondo errore degli «gnomi»: per evidenti motivi, sono sempre stati ostili all'adesione alla Comunità economica europea (Cee), oggi Unione europea. Il 6 dicembre 1992, il popolo svizzero, sottoposto a una martellante propaganda, ha votato a maggioranza anche contro l'adesione allo Spazio economico europeo (See) che associa, in un'unione doganale, i Quindici e gli ultimi membri dell'Associazione europea di libero scambio (Aele): Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Anche in questo caso, l'oligarchia finanziaria si è sbagliata. Persuasa che fosse sufficiente restare fuori dall'Unione per salvare il segreto bancario, scopre ora con stupore che l'Ue decide di applicare ad un paese terzo le sue norme in materia di evasione fiscale.Il terzo errore è consistito nel sottovalutare le tendenze delle politiche fiscali europee: armonizzazione comunitaria e diminuzione delle tasse. È chiaro che, per garantire gli equilibri di bilancio, in presenza di una diminuzione dei tassi d'imposta, è necessaria una lotta più decisa contro frode ed evasione fiscale. il che vuol dire, nel lungo termine, l'eliminazione dei paradisi fiscali.Come diceva Chateaubriand: «Indifferenti alle grandi rivoluzioni degli stati che li circondavano, gli svizzeri si sono arricchiti sulle disgrazie altrui e hanno fondato una banca sulle calamità umane».Un'oligarchia finanziaria regna, da quasi duecento anni, su uno stato e un popolo, ai quali ha imposto una legislazione, un sistema ideologico e burocrazie elettorali strettamente funzionali alle sue necessità.Grazie ad un sistema bancario ipertrofico, ma anche ad istituzioni quali il segreto bancario e il conto a numero, questa oligarchia svolge il ruolo di ricettatore per il sistema capitalista internazionale.Grandi e potenti città-stato protestanti, come Zurigo, Ginevra, Basilea e Berna costituiscono una vera e propria armatura economica e politica per la Confederazione. La loro potenza finanziaria risale alla fine del XVII secolo, dal trionfo della Controriforma. Nel 1685, Luigi XIV revocò l'editto di Nantes. In Francia, i borghesi protestanti, in genere ricchi, furono perseguitati e i loro beni sequestrati.A migliaia si rifugiarono in Svizzera o, se non altro, vi inviarono il loro denaro. Accoglienza, custodia, occultamento e reinvestimento dei capitali in fuga da tutto il mondo costituiscono, da allora, le basi della prosperità elvetica.Il sistema di ricettazione è stato notevolmente perfezionato durante la seconda guerra mondiale. Hitler si trovava di fronte ad un problema che sembrava insolubile. La sua moneta non valeva più niente a livello internazionale. Ma aveva bisogno di procurarsi sul mercato mondiale, e in valuta, le materie prime strategiche - wolframite, manganese, osmio, tungsteno, ecc. - necessarie per proseguire la sua guerra.Nei paesi occupati, i nazisti avevano rubato le riserve d'oro delle banche centrali. Nei campi della morte, strappavano ai deportati fedi, braccialetti, denti d'oro.Un silenzio che protegge la virtù Tra il giugno del 1940 e l'aprile del 1945, il 75 % dell'oro rubato fu trasferito in Svizzera. In cambio, i ricettatori elvetici inviavano ogni mese a Berlino decine di milioni di franchi svizzeri convertibili.In questo modo le banche della Confederazione hanno contribuito al prolungamento del conflitto, mentre provvedevano a rimpinguarsi lautamente.Da allora, gli imperi bancari svizzeri figurano ai primi posti nel mondo.Maneggiare denaro in Svizzera equivale ad amministrare un sacramento: custodirlo, accoglierlo, contarlo, tesaurizzare, speculare, occultare, sono tutte attività investite di una sacralità quasi ontologica che nessun vocabolo deve sporcare, da svolgere in silenzio e raccoglimento.Chiunque commette il peccato di parlare troppo le dissacra e un tale sacrilegio è logicamente punito per legge.Silenzio e raccoglimento hanno, nella teoria calvinista della tesaurizzazione sacra, un corollario, il banchiere ginevrino, zurighese o di Basilea (magari con sede a Panama) assume la funzione di guardiano intransigente della morale. Di fronte ad un mondo di malvagi e miscredenti, il suo silenzio protegge la virtù. Solo l'uomo onesto si vale del segreto bancario, perché questo segreto è la ricompensa della sua onestà.In linea di principio, il banchiere accetta come debitore o creditore solo un uomo la cui virtù gli sia nota. Si presume che le operazioni realizzate siano interne ad un mondo definito dai precetti della Chiesa e dalla legge degli stati (6).Purtroppo, la prassi quotidiana smentisce brutalmente questo credo.Il fallimento ha prima di tutto una ragione teorica: la dottrina calvinista della tesaurizzazione come valore in sé implica il riconoscimento, se non come valore almeno come ineluttabile necessità storica, dell'esistenza, alla periferia del mondo, di centinaia di milioni di individui sfruttati e dalle condizioni di vita subumane. Una simile contraddizione annulla evidentemente l'insegnamento egualitario del Vangelo, quella fede e quei comandamenti che il banchiere afferma di servire attraverso l'istituzione del segreto. Il fallimento ha, in secondo luogo, una ragione pratica: è proprio il segreto, infatti, che spinge il banchiere a fare il contrario di quello che teorizza.Neutralità, ipocrisia, profitti... La quota svizzera di tutti i mercati finanziari offshore del mondo è valutata al 27% (7). Con questa percentuale la Confederazione si trova molto più avanti rispetto al Lussemburgo e ai vari paradisi fiscali dei Caraibi e dell'Estremo Oriente. Protetti dal segreto, gli «gnomi» fanno fruttare oltre 3.000 miliardi di dollari di patrimoni privati stranieri. I beni esteri, detti istituzionali (fondi pensione, ecc.), gestiti a Zurigo, Ginevra e Basilea, sono nettamente minoritari. Tutti, inclusi gli stessi banchieri, ammettono che circa l'80 % dei clienti affida i propri capitali agli istituti elvetici per motivi di riservatezza.In Svizzera, 107mila persone lavorano nel settore bancario. Per la piazza finanziaria elvetica la soppressione del segreto, imposta dall'Unione europea, avrà dunque a breve scadenza conseguenze drammatiche.Il ministro federale delle finanze, Kaspar Villiger ha appena dichiarato con arroganza: «Il segreto bancario non è negoziabile (8).» Ma al panico degli «gnomi» corrisponde il sollievo della maggioranza della popolazione. Perché la complicità con la criminalità è una tragedia che colpisce tutti i cittadini. Liberata dal banditismo bancario, dal suo segreto e dai suoi conti a numero, la Svizzera potrebbe finalmente ritrovare la sua tradizione di solidarietà internazionale.Se aderisse all'Unione europea - e all'Onu - sarebbe, per gli altri stati, un partner importante: la sua tradizione multiculturale, l'esperienza democratica e la lunga pratica federalista potrebbero fornire un prezioso contributo alla costruzione politica europea.
note: *Professore all'università di Ginevra, scrittore. Tra i suoi ultimi libri pubblicati in Italia: La Svizzera, l'oro e i morti, Mondadori, 1999 e I signori del crimine, Marco Tropea, 2000 (1) Leggere il dossier «Un arcipelago planetario di stati, mafie e transnazionali» Le Monde diplomatique/il manifesto, aprile 2000.(2) Le Monde, 6 settembre 2000.(3) Le Monde, 23 agosto 2000.(4) Leggere il rapporto che la Missione parlamentare comune di informazione sugli ostacoli al controllo e alla repressione della criminalità finanziaria e del riciclaggio dei capitali in Europa ha dedicato al Liechtenstein, molto legato alla piazza finanziaria elvetica (rapporto n° 2311, registrato alla presidenza dell'Assemblea nazionale francese il 30 marzo 2000). Questo rapporto è allegato all'opera collettiva di Attac, Les Paradis fiscaux, Mille et Une Nuits, Parigi, 2000, 102 pagine, 10 F.(5) Idem. Leggere tomo 1, vol. 2: La principauté de Monaco.(6) Leggere André Biéler, La Pensèe économique et sociale de Calvin, Ed.Georg, Ginevra, 1959. Leggere anche Giovanni Busino, «Intorno al pensiero economico e sociale di Calvino», in Rivista storica svizzera, n° 10, 1960.(7) Un mercato offshore è un mercato che accoglie capitali privati gestiti fuori dal paese d'origine. Vedere Gemini Consulting, New York, studio sui mercati offshore, aggiornato periodicamente.(8) L'Hebdo, Losanna, 29 giugno 2000. Leggere il commento di Frank A. Meyer in Der Sonntagsblick, Zurigo, 2 luglio 2000.(Traduzione di G.P.)

15 agosto 2007

Sulle vaie iniziative popolari.


Da parecchi giorni non faccio che rimandare la stesura di questo articolo. Poi ieri mattina ho letto il giornale e vi ho trovato una lettera degna di nota, e non è per mancanza di fantasia che ne riporto i passi salienti. Il signor Fabio Manetti si interroga sulla coerenza con il diritto vigente dell’iniziativa popolare per l’espulsione degli stranieri che commettono reato. Per cui egli, premettendo di non essere un giurista e che per tanto potrebbe anche sbagliarsi, cita la Costituzione Art.8, capoverso 1: “Tutti sono uguali davanti alla legge” e scrive:”Lo rileggo, dice TUTTI. Non dice “I cittadini svizzeri”. Quindi ciò vuol dire che non importa se qualcuno sia cittadino o meno, esso deve essere giudicato (e punito) allo stesso modo. Proseguo nella lettura, stesso articolo capoverso 2:”Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell’origine (…)” Intendendo la parola “discriminato” in senso ampio, con il significato di “trattato in modo diverso”(ma non necessariamente negativo), posso quindi dire che non è permesso, appunto, discriminare fra la nazionalità di una persona per comminarle la pena. E ciò significa, in ultima analisi, che l’iniziativa mira ad inserire nella costituzione una norma contraria ad una già presente.” Io ringrazio il signor Manetti di Camignolo per questa acuta analisi che spero sia sufficientemente chiara e soprattutto corretta, da poter rendere irricevibile l’iniziativa e punire l’arroganza degli iniziativisti. Essere svizzeri non vuol dire essere migliori, e a volte può anche essere motivo di vergogna, quando per esempio si apprende di come il nostro Paese ospiti società come la Glencore, con sede a Zugo, che in Colombia ha espropriato con la forza gli abitanti di interi villaggi per estendere le sue miniere di carbone a cielo aperto (si veda in proposito l’emissione della Tsr Temps Present “Paradis fiscal, enfer social”). O quando si legge di come la Eternit, altra multinazionale svizzera abbia continuato per anni la produzione del pericoloso materiale pur essendo a conoscenza dei pericoli. Solo che contro questi criminali l’UDC si guarda bene dal lanciare un’iniziativa popolare.
Per contro un’iniziativa degna di nota c’è, ed è quella per il divieto di esportazione di materiale bellico, che ha raccolto 130.000 firme, ora al vaglio delle autorità, e che sarà presentata a Berna il 21 settembre. Spero che il popolo svizzero saprà allora fare la buona scelta e proibire il commercio della morte anche se già immagino la disparità di mezzi tra i fautori e gli oppositori.
E so che alla fine ci sarà un giudizio, al quale nessuno si sottrarrà, e che porrà fine per sempre a tutte le ingiustizie, e allora gli eletti vivranno “in sicurezza”.

08 luglio 2007

notizie o bugie? Ogniuno si faccia la sua opinione

Documentazione sul filmato BBC "Sex Crimes and the Vatican"
Premessa
Nell'ottobre del 2006, la BBC ha prodotto un video nella pluripremiata rubrica "Panorama" che parla dello scandalo dei preti pedofili ed in particolare dei casi della diocesi di Ferns in Irlanda, di padre Oliver O'Grady negli Stati Uniti e di altri casi di abusi compiuti da preti. Il video è stato tradotto con sottotitoli in italiano nel maggio 2007, all'indomani del Family Day, manifestazione pro-famiglia organizzata dalle associazioni cattoliche italiane e la traduzione, pur contenendo errori grossolani, ha fatto scoprire al pubblico di Internet l'esistenza del video, provocando un vivace dibattito in rete ed una puntata di "Annozero" condotta su Raidue da Michele Santoro. Il video sostiene la tesi secondo cui la Chiesa cattolica, agendo come una mafia, protegge i preti pedofili, impedendo loro di essere giudicati, in virtù dell'esistenza di un documento segreto chiamato Crimen Sollicitationis, promulgato e mantenuto in vigore da Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, che impone la cultura del segreto sugli abusi sessuali. Chiunque abbia visto il video della BBC con buona volontà ha pensato disgustato che "non può essere vero". Infatti non è vero. Il video è sostanzialmente un falso dall'inizio alla fine. A dimostrarlo ci han già pensato in tanti, ma purtroppo non basta. Questa pagina ha lo scopo di fornire tutta la documentazione utile a questo scopo. Il falso si dipana in due mosse: prima il falso contenuto, poi la falsa forma. Il video è girato in modo da far credere allo spettatore alcune cose che non sono vere. Ad esempio si parte facendo credere che si è in Tribunale e che le domande al prete pedofilo O'Grady siano fatte da un Pubblico ministero, ma non è vero, sono invece le riprese di un film in cui O'Grady ha ottenuto la libertà per questo; si parla dell'intervista ad un sacerdote spacciato per una sorta di ex-teologo pontificio, che invece ha dichiarato di aver detto cose diverse e che si scopre essere un cappellano militare americano che non ha mai rivestito alcun ruolo neppure marginale in Vaticano. E così via: la confutazione, frase per frase, di tutto il video è un documento disponibile da questa pagina. Il tutto, peraltro, in Italia è condito con dialoghi fallati inseriti da Bispensiero che, ad esempio, fa terminare la domanda al prete pedofilo "Cosa è successo dopo?" con un "Niente", che non è vero doppiamente: perché la frase nel video originale non corrisponde a verità, e perché si è anche tradotto in modo sbagliato l'originale in inglese, e non solo in questo ma in molti altri passaggi, e sempre in pejus. Il video ha la pretesa di essere un documentario giornalistico, salvo poi scoprire che è tutta una buffonata: il giornalista confonde il segreto processuale col segreto verso l'autorità giudiziaria, non si avvede dell'esistenza del Diritto canonico, il documento Crimen sollicitationis (in latino) dice cose opposte da quanto sostenuto nel video, non è stato promulgato nè confermato da Ratzinger, non è più in vigore da molti decenni, i preti pedofili citati nel video non erano mai stati protetti dal Vaticano ma eventualmente, per alcuni, dalle chiese o da altre autorità locali i cui responsabili sono stati tutti puniti o ridotti allo stato laicale, eccetera. Intanto però migliaia di blog continuano a diffondere il 'verbo' per ogni dove. Non ci sono solo ragazzini, ma anche blogger sani di mente che hanno creduto in buona fede alla BBC. L'esigenza di questo documento nasce proprio per evidenziare quanto sia invece spazzatura il video, l'elenco dei post è lungo ma bisogna passare per i particolari per far vedere l'insieme. L'insieme è, purtroppo, collegato ad un mix di ignoranza, di anticlericalismo ed anticattolicesimo inglese. Il papa odierno è quello che più di ogni altro suo predecessore sta combattendo la battaglia contro la pedofilia, ma anche quello che si oppone a visioni che contraddistinguono la cultura religiosa inglese: il celibato dei preti, i preti gay, le donne vescovo, eccetera. Questo scontro di opposte visioni può produrre anche degli offuscamenti di correttezza, di cui il video dell'emittente di Stato britannica è solo l'ultimo degli esempi.
NoteGli interventi sono inseriti per ordine di importanza, di completezza ed in ordine crescente di data ove si tratti di più interventi per persona/aggregatore.





26 maggio 2007

Alptransit



Come molti ho visto il servizio mandato in onda giovedì sera sulle tre televisioni svizzere, che ripercorre le varie fasi del cantiere del secolo. Un tunnel di 52 chilometri non può essere un impresa facile, anzi come si diceva, è qualcosa al limite delle possibilità umane. Io direi però a quanti sono coinvolti in questa opera di non scoraggiarsi, perché ne vale la pena. Cosa volete che siano 30 miliardi di franchi per un’opera di questa portata? A titolo di paragone mi ricordo di aver letto che il budget annuo della guerra in Iraq si aggira attorno ai 100 miliardi all’anno; quelli si che sono soldi sprecati. Allora se possiamo investirci per lasciare ai posteri qualcosa di utile, ebbene rimbocchiamoci le maniche. Ogni cosa può essere fatta meglio, soprattutto quando è già finita e se ne vedono i difetti; per ora abbiamo questo lavoro, che se sarà finito per il 2018 sarà di certo fonte di orgoglio per la Svizzera intera.

Legalizzare l'aborto?

È del 2 febbraio la notizia apparsa sul Corriere della Sera che in Germania tali Patrick e Susan Stübing, stanno portando il loro caso davanti alla Corte costituzionale per cercare di far abolire una legge “vecchia di 100 anni”. I due sono fratello e sorella, hanno quattro figli e dopo che lui ha scontato due anni di prigione per incesto si sono affidati ad un legale e hanno trovato l’appoggio di alcuni politici per tentare di legalizzare la loro situazione. Contemporaneamente negli Stati Uniti un uomo condannato per incesto con la figliastra di 22 anni attaccherà la legge davanti alla Corte Suprema (questa notizia è sul Time del 5 aprile; entrambi gli articoli sono accessibili dal blog www.kattolikamente.splinder.com del 23 aprile). L’esempio della ruggine è quello che meglio si addice per comprendere quello che stiamo vivendo: si può riverniciare un bollo sulla fiancata, ma questa tornerà inesorabilmente a corrodere la carrozzeria. E così quando abbiamo permesso il divorzio abbiamo inferto un colpo micidiale all’istituzione della famiglia tant’è che ora una su due va in sfacelo. Non dico che sia sempre facile, ma certo è che la soluzione non sta nel accettare il male come se fosse il male minore. Al contrario bisogna credere che una soluzione ci sia sempre. E così vale per l’aborto; ci stiamo pero abituando anche a questo, in attesa che raggiunga la percentuale simile a quella dei divorzi (e siamo già al 20% dopo un anno…), per cui tanto vale sposarsi tra uomini (ma che gusto ci sarà mai ?) e permettere l’eutanasia per i vecchi e meno vecchi che non sono più autosufficienti. Il prossimo e logico passo è quello citato sopra, viva l’incesto e tutto il resto. Ma ci siamo chiesti dove si va a finireper questa strada ? Penso che neanche gli animali siano tanto stupidi, loro sanno che per continuare a esistere bisogna procreare e che non serve ostacolare la vita, tanto di ostacoli sul nostro cammino ce ne sono già troppi, senza andarseli a cercare. Vorrei vedere un’inversione di rotta a 180 gradi, e che certi comportamenti non venissero incentivati da pubblicità tipo “love life”. Vorrei che oltre ai siti di pedofilia venissero oscurati anche quelli pornografici “normali”, che costituiscono assieme alla prostituzione un colossale giro di vite stroncate e schiavizzate. Basta basta e basta!

11 maggio 2007

Nella depravata Europa e negli Stati Uniti vogliono legalizzare l'incesto

lunedì, 23 aprile 2007
I casi di Germania e Stati Uniti. L'incesto non è vietato in Belgio, Olanda e Francia.
Strali si erano abbattuti su mons. Bagnasco dopo che aveva detto che il principio che introduce i Dico, se si basa solo sul desiderio e il consenso dei soggetti coinvolti, porta inevitabilmente, da un punto di vista logico, alla legalizzazione dell'incesto. E aveva ragione.
Scalpore aveva fatto in tutto il mondo il caso di fratello e sorella in Germania, che a loro dire si amano, e che sono pronti a portare il loro caso davanti alla Corte Costituzionale Tedesca affinchè l'antica legge che proibisce l'incesto sia abolita. Hanno trovato consenso anche tra alcune forze politiche come il Partito verde tedesco VITA.
Il loro legale è sicuro di vincere e baserà la linea di difesa sul fatto che la legge è antica ed è bastata sull'"igiene razziale", ed inoltre che il divieto viola i diritti di famiglia e di "libertà sessuale".
C'è da dire che nella vecchia e depravata Europa l'incesto non è vietato in Paesi come Olanda, Belgio e Francia.
Contemporaneamente negli Stati Uniti verranno attaccate le le leggi conro l'incesto. Ne parla ampiamente Time. L'attacco sarà portato davanti alla Corte Suprema da un uomo dell'Ohio, condannato per incesto con la figliastra di 22 anni. Gli avvocati di Paul D Lowe sosterrano la liceità della relazione con un precedente della Corte Suprema "Lawrence vs. Texas", che ha eliminato le leggi contro la sodomia del Texas, perchè un atto consensuale tra adulti non può essere criminale.
Il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia ha dichiarato il suo dissenso contro questo precedente della Corte e di essere contrario a leggi che ammettano bigamia, matrimoni omosessuali, incesto, prostituzione, bestiaità e oscenità. Infatti il precedente Lawrence vs. Texas è stato usato nei tribunali ordinari per promuovere la vendita di giocattoli sessuali, la poligamia e l'adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali. Ma fino adesso, per fortuna, i giudici hanno rifiutato l'estensione del precedente della Corte a questi casi.
Fonti: Corriere della Sera 28 febbraio 2007 e Time 5 aprile 2007


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scritto da stranocristiano

28 aprile 2007

La viabilità sul piano di Magadino


Il Ticino è rinomato per il suo clima mite, e per la varietà dei paesaggi che lo compongono; da quello collinare del mendrisiotto a quello alpino della valle Bedretto. Nel mezzo una grande valle, la valle del fiume Ticino. Gli ultimi chilometri, grazie al laborioso intervento dell’uomo furono bonificati nel corso dell’8-900, dando così vita al piano di Magadino. In alcune foto d’epoca possiamo ammirarlo in tutto il suo splendore, quando ancora i borghi di Bellinzona e Giubiasco erano ben distinti e tra essi v’era solo campagna. Oggi la realtà ben poco ha a che vedere con questo idilliaco quadretto. La strada per Locarno, fiancheggiata da capannoni e commerci la fa da padrona e le zone industriali si moltiplicano a vista d’occhio.
La vocazione agricola del piano è andata via via scemando col passare degli anni, il boom economico e edilizio lo sta erodendo centimetro dopo centimetro. In questo contesto il traffico è diventato un problema, in particolare nelle ore di punta.
Ma una cosa è certa: Dio creando l’uomo non aveva in mente il nostro stile di vita frenetico e a tratti frivolo: Lui aveva predisposto un giardino rigoglioso e lussureggiante, e di certo i primi coloni del piano di Magadino, una volta debellata la malaria si saranno sentiti come in paradiso.
Or l’uomo che non ha mai placata la sua bramosia vuol fare un’altra strada, larga e diritta, mentre uno sparuto numero di romantici idealisti vorrebbe che la strada si facesse sì, ma erta e sinuosa. Quale delle due vie sarà la migliore?
Ma vediamo un po’ cosa differenzia i due progetti: il collegamento A2-A13 a 4 corsie sul Piano, e nel contempo i progetti di miglioria lungo il tratto di litoranea tra Ascona e Verbania, non faranno che attrarre traffico di transito, anche pesante, tra l’A2 e Fondo Toce, dove l’autostrada già esistente permette un rapito collegamento con Genova e Torino. La Variante 95 è inoltre un azzardo giuridico, in quanto davanti ai tribunali (i ricorsi saranno inevitabili) il Cantone dovrà dimostrare che si tratta dell’unica variante praticabile per poter attraversamento il Paesaggio palustre d’importanza nazionale. Davanti alle numerose Varianti possibili (98, galleria, panoramica), c’è da chiedersi quale tribunale potrà avvallare questa tesi.
La variante panoramica invece è un’alternativa che non danneggia il territorio agricolo e scaricherebbe l’attuale strada di tutto il traffico da e per il sottoceneri, che è stimato in 6000 veicoli giornalieri (pendolari) e costituirebbe nella stagione di massimo traffico un ulteriore percorso oltre alle due strade esistenti (sponda destra e sinistra). Il suo costo, pur sviluppandosi prevalentemente in condizioni montane,
è stato valutato in ragione di 190 mio di franchi, ovvero due terzi del costo della Variante 95. (380 mio secondo il rapporto di maggioranza). Contribuiscono a questo risparmio la limitazione della lunghezza del tracciato e della sezione
tipo ( non 4 bensì 2 corsie) e il contenimento degli espropri. A questi aspetti si contrappongono i maggiori costi che il
tracciato montano implica.
Cosa dire ancora?… Firmate il referendum!

06 aprile 2007

Comunicato stampa elezioni cantonali

Vacallo, 3 aprile 2007

In considerazione del fatto che ci presentavamo per la prima volta ad un appuntamento elettorale, che la sezione ticinese dell’Unione Democratica Federale (UDF Ticino) esiste da meno di un anno e mezzo e che il risultato ottenuto è analogo a quello di altri piccoli partiti che sono sulla scena politica già da diversi anni, il verdetto delle urne può essere tranquillamente accettato.Pensiamo inoltre che l’obiettivo di farci conoscere, almeno a grandi linee, dall’elettorato ticinese sia stato raggiunto.
Siamo quindi grati a Dio che ci ha permesso di vivere serenamente questa prima esperienza elettorale, ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenuti con il loro voto e i media per lo spazio che ci hanno concesso, e garantiamo ai cittadini che continueremo la nostra azione politica con chiarezza e convinzione mantenendo fede ai principi Biblici cui siamo saldamente ancorati.
Indipendentemente dal credo politico assicuriamo, inoltre, a tutti gli eletti, come la Bibbia chiede di fare ad ogni cristiano, il nostro appoggio in preghiera affinché possano prendere le decisioni più sagge per il bene del paese.



Per L’UDF Ticino
Edo Pellegrini, presidente

27 marzo 2007

Lezione di Storia

Nel 1291 i rappresentanti di Uri Svitto e Untervaldo si riunirono nel nome del Signore per prestare giuramento di reciproco aiuto. Dalla Bibbia sappiamo che Gesù disse “laddove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Per questo io affermo che quel giorno vi erano 4 persone sul prato del Rüetli, anche se una non era presente in forma fisica. Sta di fatto che essi giurarono e Dio mantenne il suo impegno tant’è che 5 secoli dopo da tre che erano le comunità erano diventate 22. Scrissero la costituzione ricalcando il patto originale infatti si può leggere “Nel nome di Dio, il popolo e i cantoni Svizzeri, risoluti a rinnovare l’alleanza confederale, si sono dati la presente costituzione”.
E ha funzionato, Dio ha protetto la Svizzera da due guerre mondiali, le ha dato prosperità materiale malgrado non abbia accesso al mare ne materie prime nel sottosuolo.
Quello che succede ai giorni nostri è che questo patto, sigillato nella costituzione, è stato modificato aggiungendo degli articoli contrari alla Parola di Dio, e per questo non sappiamo fino a quando Dio potrà continuare a benedire e proteggere la Svizzera.
Noi dell’Udf vogliamo vegliare a che le leggi promulgate in futuro tengano in considerazione i consigli che Dio da all’uomo. Dio non obbliga nessuno ma da la libertà di scegliere il bene e il male e noi vogliamo come partito dare al popolo le indicazioni per scegliere il bene e per essere sempre benedetti come lo siamo stati in questi secoli. Amen

24 marzo 2007

Niente eucaristia a chi vota i DICO

(...)
Il vescovo di Cl non si preoccupa dei giudizi della grande stampa e delle tv: «È scontato che la comunità massmediatica giudicherà negativamente questo documento. Ma dobbiamo aver cura del popolo, non della mentalità massmediatica. E il popolo cristiano deve essere educato dai pastori e dai sacerdoti». Non dai giomalisti e gli opinionisti. Le critiche al documento, afferma il vescovo, arrivano «da quella gente da cui Cristo è già lontano o da coloro che si sono allontanati, e che quindi cercano un'immagine della Chiesa e di Cristo che sia il più possibile corrispondente alla mentalità dominante».
Per monsignor Negri è comunque un dovere dei cristiani testimoniare la propria fede in tutti i campi, compreso quello politico, anche se circondati da un cIima ostile. «Con il Santo Padre, noi - chiarisce - non vogliamo imporre alla società nessuna visione. Noi poniamo nella società la nostra visione. È dovere di coscienza porre nella società questo pensiero alto. È questo impatto con il pensiero alto della Chiesa che ha fatto camminare tutta la società verso una visione dell'umanità certamente meno barbara e meno involuta di quella di partenza


http://kattolikamente.splinder.com/post/11483796#more-11483796

05 marzo 2007

UDF TICINO SCHEDA NR 6


Pietro Brenna vi invita a votare la scheda intestata all’Udf ticino, la scheda numero 6 per i seguenti motivi:

Chi si interessa minimamente di politica si rene conto che la situazione del nostro Cantone, ma anche di tutta la Nazione è estremamente complicata e 7 milioni di persone che abitano assieme e cercano di vivere al meglio delle loro possibilità, se non si danno delle regole e non le rispettano, finiscono per applicare la legge del più forte. Invece Cristo ci insegna di amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi.
Per questo le leggi vanno fatte partendo da questa fondamentale.

Inoltre vi sono elementi esterni che influiscono sull’andamento del Paese, di cui molti assolutamente imponderabili.

MA:

PROVERBI 2:7 EGLI TIENE IN SERBO PER GLI UOMINI RETTI UN AIUTO POTENTE, UNO SCUDO PER QUELLI CHE CAMMINANO NELL'INTEGRITÀ, ALLO SCOPO DI PROTEGGERE I SENTIERI DELLA GIUSTIZIA E DI CUSTODIRE LA VIA DEI SUOI FEDELI.

Premetto che tutti i problemi di cui si fa gran dibattere in questi giorni ( esplosione costi salute e socialità, sicurezza, pace del lavoro,…) hanno un origine molto lontana, e precisamente nel peccato originale. I nostri peccati non fanno che aggravare la situazione, ma per nostra fortuna Dio ha già provveduto ad una soluzione su misura per ognuno: il suo Figlio Gesù Cristo.

Sta a noi applicare questa soluzione e dare a Dio la possibilità di agire, nelle nostre vite come nella società.

L’Udf Ticno si prefigge appunto di dirigere la società lungo un sentiero in cui Dio trovi lo spazio di operare per il bene del suo popolo.

VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE IN SVIZZERA

Nel messaggio del Consiglio Federale relativo alla nuova costituzione federale del novembre 1997 è stato scritto, riguardo al preambolo “In nome di Dio Onnipotente”, un testo esplicativo del seguente tenore: “Considerando le diverse religioni e concezioni del mondo, questo potere non deve essere inteso solamente in un’ottica cristiana; lo Stato non deve dichiarare vincolante una determinata fede, ma ognuno può dare un senso personale a “Dio Onnipotente”.
...
Per quanto riguarda le conseguenze sono fin troppo evidenti: nel dicembre 1999 la tempesta Lothar, il 2001 l’anno delle catastrofi con l’incendio del tunnel del Gottardo, la follia omicida nel parlamento cantonale di Zugo e il fallimento di Swissair; nel 2002 l’approvazione della “soluzione dei termini”; nel 2005 la nuova legge federale sull’unione domestica registrata, e da quel momento anche le ricorrenti inondazioni dalla portata fino ad allora quasi sconosciuta. Giudico questa serie di catastrofi nazionali prima sconosciute nella recente storia della Svizzera e l’allontanamento dai precetti di Dio subito dopo, e a seguito dell’approvazione della nuova costituzione federale come una risposta ammonitrice da parte di Dio. Sono giunto alla conclusione che nel 1999 sia crollata una colonna decisiva per la benedizione di Dio sulla nostra nazione e che da allora ne stiamo subendo le conseguenze, e che ciò diventerà sempre più evidente. Vi ricordo che siamo noi come popolo che scegliamo la benedizione o la maledizione !

Markus Schildknecht


Versione integrale

o semplicemente scorrere fino al post del 3 agosto 2006 (sempre in questo blog)

22 febbraio 2007


Perché noi dell’UDF Ticino desideriamo fare della politica “Cristiana”?

Non mi illudo che siano in molti a chiederselo, ma certo vale la pena rispondere anche se vi fosse solo una ristretta cerchia di interessati. Ho passato i ¾ della mia vita a chiedermi quale fosse il senso della stessa e ho finito per capire che viviamo per fare la volontà di Dio. Dio vuole il meglio per noi e vuole che diamo il meglio di noi stessi; questa è la mia esperienza e ritengo che non vada censurata o esclusa dalla vita pubblica per il fatto che si basa su una fede non condivisa da tutti. Se voglio partecipare al dibattito politico di questa comunità eterogenea dichiarando che vi sono principi ai quali bisogna attenersi e altre cose da evitare lo faccio perché queste regole funzionano nella mia vita e non c’è ragione per cui non possano funzionare anche per altri. Naturalmente sta a me proporli, e io scriverei: a chi lo desidera, adottarli. Se questi poi coincidono con quelli della Bibbia sta in un secondo tempo ad ognuno di approfondire tutti gli aspetti connessi.
Lo Stato sta rivelando sempre più i suoi limiti nel gestire una situazione vieppiù complessa, in cui a farla da padroni sono gli interessi economici. È chiaro che l’affermazione che sto per fare è molto forte ma penso che non ci sia niente di male se anche lo Stato chiede aiuto. Sono convinto che se fossimo in una situazione di crisi tipo una guerra, una siccità o una catastrofe naturale, molti politici di fronte alla loro impotenza non esiterebbero a lanciare un appello alla preghiera (ne è un esempio l’istituzione, a suo tempo, da parte delle autorità federali del giorno di digiunofederale). Allora perché aspettare che le cose precipitino? La classe dirigente deve dare l’esempio ed esortare il popolo ad una vita più santa.
Per concludere vorrei far riflettere che in definitiva il nostro destino non è unicamente nelle nostre mani, e che ubbidire al nostro Creatore non può che aumentare le nostre possibilità di tramandare alle generazioni future un mondo a misura d’uomo
Pietro Brenna
Segretario UDF Ticino
Candidato al Gran Consiglio

gentilmente pubblicato dal Corriere del Ticino

L'uomo di punta...

Ringrazio sentitamente “La Regione” che mi definisce “l’uomo di punta dell’UDF Ticino”, elogio attribuitomi senza speciali meriti; in effetti, a parte redigere i verbali delle nostre riunioni di comitato, e scrivere qualche lettera ai giornali non penso, senza falsa modestia, di avere giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo del partito in Ticino. In quanto alla collocazione “decisamente a destra” non mi sento urtato, ma penso che vada interpretata nel suo vero significato, e cioè che noi sediamo alla destra del Padre. Questa è la destra che ci piace assumere ed è proprio da lì che intendiamo dare al Ticino la vera forza di cui avrà bisogno negli anni a venire. La forza dei nostri antenati, che dalle cave di Brione Verzasca portarono fino in Piazza Indipendenza quel bellissimo obelisco che tutti noi oggi rimiriamo all’ombra dei tre castelli. Gente che era costretta a sacrifici immensi, ma che non è mai stata abbandonata da Dio proprio perché lo rispettava. Ed è ciò che ci prefiggiamo: infondere ai nostri giovani la consapevolezza delle loro radici, storiche, culturali e dei valori che per due millenni hanno retto l’Europa. I tempi si faranno più duri, e il lusso di questo inizio millennio diverrà presto un ricordo; se sapessimo quale è il valore della vita metteremo da parte gli interessi personali e lavoreremmo di comune accordo per la pace e l’avanzamento della civilizzazione. Purtroppo non è sempre il caso: un complimento, ma questa volta ironico, lo faccio ai redattori de “Il Diavolo” che mettono in ultima pagina il disegno di Elena, 9 anni, raffigurante il loro emblema. Io prego per questa bambina, che possa scoprire l’infinito amore che Dio ha per lei.

gentilmente pubblicato il 24.2.07

19 febbraio 2007

L’UDF Ticino, partito della Bibbia.

L’articolo apparso su questo quotidiano (GdP) all’indomani della nostra conferenza stampa, parla di noi come di un partito che si basa sull’interpretazione letterale della Bibbia “con tutto quello che ne consegue”, come se questo volesse dire la reintroduzione della lapidazione per le persone trovate in stato di adulterio, o l’amputazione delle mani ai ladri. Siamo realisti per favore, noi interpretiamo letteralmente la Bibbia quando dice che non vi è alcun mediatore tra Dio e gli uomini all’infuori di Gesù Cristo, o ancora quando dice in Proverbi 6:16 “Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli.”
Cosa conta la nostra inesperienza, non siamo avvocati o notai, ma vogliamo che attraverso il nostro esempio chi è in grado di fare del bene lo faccia, e se potremo partecipare alle prese di decisioni lo faremo sempre con una guida chiara tra le mani, dove il bene e il male sono distinti da un abisso incolmabile. Siamo “fondamentalisti” perché abbiamo un fondamento e non scenderemo a compromessi su temi che toccano la vita, la famiglia, l’aiuto ai più demuniti e il rispetto delle libertà fondamentali, il che per inciso, non vuol dire consentire qualsiasi tipo di comportamento.
Senza togliere il merito a chi già si impegna per un mondo migliore, vogliamo sottolineare l’importanza di ciò che accade nel mondo spirituale e che finalmente l’ultima parola spetta a Dio; come potrà Egli continuare a proteggere la Svizzera dal momento che essa si allontana sempre più da Lui, promulgando leggi che vanno contro la sua inappellabile giustizia, e tollerando pratiche che attentano alla vita umana? Per finire due parole sul capitalismo: è vero che grazie alla nostra ricchezza possiamo vantare un discreto rispetto dei diritti dell’uomo, ma tendiamo purtroppo a diventare schiavi del mercato che crea in noi dei bisogni che dieci anni fa non avevamo ( la TV sul telefonino per fare un esempio); allora qualche limite andrebbe pure posto anche perché le risorse naturali non sono infinite, ma chi ha il coraggio di pigiare sul freno con misure impopolari?

Pietro Brenna
Segretario UDF Ticino
Candidato al Gran Consiglio

Cortesemente pubblicato da GdP il 22.2.07