19 febbraio 2007

L’UDF Ticino, partito della Bibbia.

L’articolo apparso su questo quotidiano (GdP) all’indomani della nostra conferenza stampa, parla di noi come di un partito che si basa sull’interpretazione letterale della Bibbia “con tutto quello che ne consegue”, come se questo volesse dire la reintroduzione della lapidazione per le persone trovate in stato di adulterio, o l’amputazione delle mani ai ladri. Siamo realisti per favore, noi interpretiamo letteralmente la Bibbia quando dice che non vi è alcun mediatore tra Dio e gli uomini all’infuori di Gesù Cristo, o ancora quando dice in Proverbi 6:16 “Sei cose odia il SIGNORE, anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli.”
Cosa conta la nostra inesperienza, non siamo avvocati o notai, ma vogliamo che attraverso il nostro esempio chi è in grado di fare del bene lo faccia, e se potremo partecipare alle prese di decisioni lo faremo sempre con una guida chiara tra le mani, dove il bene e il male sono distinti da un abisso incolmabile. Siamo “fondamentalisti” perché abbiamo un fondamento e non scenderemo a compromessi su temi che toccano la vita, la famiglia, l’aiuto ai più demuniti e il rispetto delle libertà fondamentali, il che per inciso, non vuol dire consentire qualsiasi tipo di comportamento.
Senza togliere il merito a chi già si impegna per un mondo migliore, vogliamo sottolineare l’importanza di ciò che accade nel mondo spirituale e che finalmente l’ultima parola spetta a Dio; come potrà Egli continuare a proteggere la Svizzera dal momento che essa si allontana sempre più da Lui, promulgando leggi che vanno contro la sua inappellabile giustizia, e tollerando pratiche che attentano alla vita umana? Per finire due parole sul capitalismo: è vero che grazie alla nostra ricchezza possiamo vantare un discreto rispetto dei diritti dell’uomo, ma tendiamo purtroppo a diventare schiavi del mercato che crea in noi dei bisogni che dieci anni fa non avevamo ( la TV sul telefonino per fare un esempio); allora qualche limite andrebbe pure posto anche perché le risorse naturali non sono infinite, ma chi ha il coraggio di pigiare sul freno con misure impopolari?

Pietro Brenna
Segretario UDF Ticino
Candidato al Gran Consiglio

Cortesemente pubblicato da GdP il 22.2.07

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