15 agosto 2007

Sulle vaie iniziative popolari.


Da parecchi giorni non faccio che rimandare la stesura di questo articolo. Poi ieri mattina ho letto il giornale e vi ho trovato una lettera degna di nota, e non è per mancanza di fantasia che ne riporto i passi salienti. Il signor Fabio Manetti si interroga sulla coerenza con il diritto vigente dell’iniziativa popolare per l’espulsione degli stranieri che commettono reato. Per cui egli, premettendo di non essere un giurista e che per tanto potrebbe anche sbagliarsi, cita la Costituzione Art.8, capoverso 1: “Tutti sono uguali davanti alla legge” e scrive:”Lo rileggo, dice TUTTI. Non dice “I cittadini svizzeri”. Quindi ciò vuol dire che non importa se qualcuno sia cittadino o meno, esso deve essere giudicato (e punito) allo stesso modo. Proseguo nella lettura, stesso articolo capoverso 2:”Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell’origine (…)” Intendendo la parola “discriminato” in senso ampio, con il significato di “trattato in modo diverso”(ma non necessariamente negativo), posso quindi dire che non è permesso, appunto, discriminare fra la nazionalità di una persona per comminarle la pena. E ciò significa, in ultima analisi, che l’iniziativa mira ad inserire nella costituzione una norma contraria ad una già presente.” Io ringrazio il signor Manetti di Camignolo per questa acuta analisi che spero sia sufficientemente chiara e soprattutto corretta, da poter rendere irricevibile l’iniziativa e punire l’arroganza degli iniziativisti. Essere svizzeri non vuol dire essere migliori, e a volte può anche essere motivo di vergogna, quando per esempio si apprende di come il nostro Paese ospiti società come la Glencore, con sede a Zugo, che in Colombia ha espropriato con la forza gli abitanti di interi villaggi per estendere le sue miniere di carbone a cielo aperto (si veda in proposito l’emissione della Tsr Temps Present “Paradis fiscal, enfer social”). O quando si legge di come la Eternit, altra multinazionale svizzera abbia continuato per anni la produzione del pericoloso materiale pur essendo a conoscenza dei pericoli. Solo che contro questi criminali l’UDC si guarda bene dal lanciare un’iniziativa popolare.
Per contro un’iniziativa degna di nota c’è, ed è quella per il divieto di esportazione di materiale bellico, che ha raccolto 130.000 firme, ora al vaglio delle autorità, e che sarà presentata a Berna il 21 settembre. Spero che il popolo svizzero saprà allora fare la buona scelta e proibire il commercio della morte anche se già immagino la disparità di mezzi tra i fautori e gli oppositori.
E so che alla fine ci sarà un giudizio, al quale nessuno si sottrarrà, e che porrà fine per sempre a tutte le ingiustizie, e allora gli eletti vivranno “in sicurezza”.

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